Il funerale del Pd può attendere. La nave dem non si è incagliata sullo scoglio delle Comunali, ma ha superato l’ostacolo, smentendo le previsioni più nefaste. E’ l’ironia di Paolo Gentiloni a fotografare il momento politico con una citazione di Mark Twain: “Il Pd deve cambiare da cima a fondo, ma la notizia della sua morte era fortemente esagerata”.
Per l’ex premier c’è bisogno dell'”alternativa” al governo a guida Salvini. E ‘alternativa’ è la parola più in voga tra i dem in queste ore, che sono passati dal “tocca a loro” al “tocca a noi”. Per Walter Veltroni, certo non clemente, il risultato delle amministrative segnala un dato negativo per il Partito democratico. Sono i risultati di Siena (27%) e di Terni (15%) a dare la misura, secondo il padre fondatore, del lavoro di ricostruzione da compiere a partire dall’humus culturale del centrosinistra, vale a dire i diritti sociali e la lotta alla precarietà. Un processo senza sconti. L’alternativa implica, per Veltroni, “cambiamenti radicali e profondi”.
“Tocca al Pd saper essere pronto, essere riferimento mettendo in campo tutte le straordinarie potenzialità dei nostri territori. L’Italia ha bisogno del Pd. Sta a noi essere all’altezza”, dice Lorenzo Guerini. Il messaggio è chiaro: non si tratta soltanto di essere la controparte del cosiddetto “populismo aggressivo” che sia M5S o Lega. Insomma il Pd non vuole essere soltanto ‘anti’ qualcosa ma ‘per’ qualcuno, a cominciare dai territori e, nell’immediato, dai candidati ai ballottaggi nei Comuni. In questo senso va l’ottimismo di Ettore Rosato secondo cui il Pd si conferma una forza “radicata e credibile”, anche se non si nasconde che c’è molto da lavorare.
Mentre Maurizio Martina legge nelle amministrative un ‘segnale incoraggiante’, per il Pd ma anche per il centrosinistra: crescono entrambi rispetto alle politiche. E a Terni e Siena il segretario reggente contrappone il “capolavoro” di Brescia con la vittoria di Del Bono che vede alleati Pd, LeU e Verdi. Per Martina è proprio da lì che si deve partire per costruire la “nuova stagione” di Pd allargato alle forze di centrosinistra, secondo un’antica ricetta. ‘Aperti, uniti, umili e determinati’ è la ricetta del reggente per affrontare la sfida dei ballottaggi del 24 giugno.
E sarà soltanto con quel risultato in tasca che il Pd potrà avviarsi all’assemblea nazionale – probabilmente nella prima settimana di luglio – in cui i delegati saranno chiamati a decidere se andare a congresso che però ora non appare più così urgente. Tra i Dem c’è la consapevolezza, per dirla con il responsabile Enti locali Matteo Ricci, che “nel giro di pochi mesi lo scenario per il Pd e il centrosinistra potrebbe cambiare”.