Crisi in Parlamento. Lo vuole Matteo Salvini e lo vuole anche Giuseppe Conte, che ha sempre sottolineato la centralità delle Camere. Ma sul timing ci sono parecchie incognite. A quanto si apprende, il Governo dovrebbe presentarsi dapprima in Senato, dove aveva esordito poco più di un anno fa. Unica data certa è quella di lunedì 12, quando alle 16 si riuniscono i capigruppo di Palazzo Madama per stabilire proprio i calendari. Sebbene Salvini pressi per fare in fretta il voto di fiducia difficilmente potrà avvenire prima del 20 di agosto. Senza i numeri al Senato, non servirebbe il secondo passaggio alla Camera. A questo punto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe avviare un giro di consultazioni per verificare se esiste un’altra maggioranza, e lo scioglimento delle Camere potrebbe arrivare – con decreto del presidente della Repubblica – intorno al 26 o 27 di agosto. Il ritorno alle urne deve avvenire tra i 45 e i 70 giorni dopo lo scioglimento del Parlamento: sui calendari dei politici è già segnata in rosso la data del 27 ottobre, perché sono state convocate le elezioni regionali anticipate in Umbria. Ma in realtà il voto potrebbe essere chiamato anche per il 13 o il 20. Campagna elettorale dunque, voto e formazione del governo in autunno, momento delicatissimo perché segnato dalle scadenza della manovra: il 27 settembre è il termine per presentare la nota di aggiornamento al Def, il 15 ottobre c’è l’invio del documento programmatico di bilancio all’Ue, il 20 la bozza di legge di Bilancio deve arrivare in Parlamento per l’esame che deve concludersi entro il 31 dicembre. L’alternativa? L’esercizio provvisorio, con chiari paletti e vincoli di spesa
Il possibile calendario della crisi
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