Dramma in India per le alluvioni in Kerala, nel sud del Paese. Da 10 giorni sullo Stato indiano si abbattono piogge torrenziali, che hanno provocato frane e spazzato via villaggi, e il meteo non accenna a migliorare. L’ultimo bilancio, fornito su Twitter dal governatore del Kerala Pinarayi Vijayan, è di 324 morti e 223.139 sfollati, che sono stati trasferiti negli oltre 1.500 campi allestiti per far fronte all’emergenza.
“Le peggiori alluvioni da 100 anni a questa parte”, le ha definite Vijayan, mentre sul posto è atteso in visita il primo ministro indiano, Narendra Modi. Migliaia di persone sono ancora intrappolate nelle zone colpite, 6mila secondo le autorità locali. Dei soccorsi si stanno occupando oltre 30 elicotteri militari e 320 imbarcazioni; e agli sforzi si sono uniti anche alcuni pescherecci locali. Gli elicotteri stanno anche sganciando sulle zone colpite scorte di cibo e acqua; e verso lo Stato sono stati inviati anche treni speciali carichi di acqua potabile.
Dal Kerala – 33 milioni di abitanti, rinomata meta turistica per le sue spiagge e le sue colline tropicali – si moltiplicano intanto sui social network gli appelli disperati di persone nel panico perché non riescono ad avere accesso ai soccorsi. Elettricità e comunicazioni sono in gran parte sospese, il tutto mentre sono attese ulteriori piogge torrenziali. Secondo l’ufficio meteorologico indiano, sono oltre 321 i centimetri di pioggia caduti dall’inizio di giugno nel distretto centrale di Idukki, in Kerala, che adesso è praticamente isolato dal resto dello Stato.
Il governo, intanto, ha reso noto che sono 868 le persone morte in sette Stati indiani, Kerala compreso, dall’inizio della stagione dei monsoni a giugno. Il nord e il centro del Kerala sono le zone più colpite dalle alluvioni: l’aeroporto internazionale di Kochi resterà chiuso fino al 26 agosto. Il governo ha fatto sapere che 10mila chilometri di strade del Kerala sono stati distrutti o danneggiati, insieme a migliaia di case.