Apre il nuovo McDonald’s del Tritone a Roma e gli influencer (a pagamento) si scatenano. Sulle loro pagine sui social compaiono foto dell’inaugurazione, immagini dei piatti, commenti entusiastici sulla location, l’arredamento, la cucina e via dicendo. Interviene l’Unione Nazionale Consumatori e Mc Donald e gli influencer vengono segnalati all’Autorità Antitrust e allo IAP (Istituto di Autodisciplina della Pubblicità).
La questione è aperta da tempo: è ormai chiaro che l’azione degli influencer (quelli grabndi e famosi ma anche quelli più piccoli ma capaci di “influenzare” il pubblico grazie al gran numero di contatti accumulati nel tempo) è una forma di pubblicità evidente e remunerata. L’Authority, dopo una prima segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori, era intervenuta indicando una serie di criteri generali di comportamento e invitando aziende e influencer a utilizzare alcuni hashtag (#ad #adv #pubblicità #sponsorizzato #advertising #inserzioneapagamento) per avvertire gli utenti dei contenuti pubblicitari. Alle diciture deve sempre seguie il nome del marchio “pubbliizzato”. Le regole, ovviamente riguardano tutti i protagonisti: dagli influencer alle aziende che gli ingaggiano.
Gli avvertimenti dell’Authority hanno effettivamente ottenuto risultati soprattutto con i grossi personaggi che si sono (almeno parzialmente) adeguati e hanno cominciato a rendere più “trasparente” i contenuti pubblicitari dei loro post sui social. Ma le aziende hanno trovato altri influencer, molto meno noti, ma non meno conosciuti sui social con decine di migliaia di followers. Questi micro influencer (spesso molto efficaci) vengono continuamente utilizzati, e lo sono stati nel caso del nuuovo Mac Donald di Roma, senza alcuna regola e senza avvisare l’utenza dei contenuti pubblicitari.
“Da qui il nostro esposto nei confronti di Mc Donald’s -spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Italia e di oltre una dozzina di influencer individuati grazie ad una nostra inchiesta: l’imperativo adesso è cominciare a sanzionare gli inserzionisti, le piattaforme e i singoli influencer che continuano a ignorare le linee guida dell’Autorità Antitrust o le regole della Digital Chart pubblicata dallo Iap”.