Scende (dello 0,4 per cento) la pressione fiscale, sale il reddito disponibile delle famiglie e cala il deficit italiano. Tre dati positivi nei rilevamenti trimestrali dell’Istat. Non si tratta di grandi percentuali, ma, comunque di segnali positivi che ne confermano altri come la crescita del Pil e i dati sull’ottimismo, anch’essi in crescita.
Pressione fiscale – La pressione fiscale nel terzo trimestre è stata pari al 40,3%, in riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva l’Istat. Si tratta del livello minimo per il terzo trimetsre dal 2011. Nei primi nove mesi la pressione fiscale si attesta al 40,2%, a sua volta ai minimi dal 2011.
Entrate e uscite – Le entrate totali nel terzo trimestre 2017 sono aumentate in termini annui dell’1,5% e la loro incidenza sul Pil è stata del 44,1%, in riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2016. Le entrate correnti nel terzo trimestre hanno segnato, in termini annui, un aumento del 2,0%. In particolare, a fronte di incrementi delle imposte indirette (+2,8%), dei contributi sociali (+2,1%) e delle altre entrate correnti (5,9%), le imposte dirette sono rimaste stabili Si registra, inoltre, una sensibile riduzione delle entrate in conto capitale, dovuta principalmente alle imposte in conto capitale.
Le uscite correnti hanno registrato, nel terzo trimestre, un incremento annuo dello 0,5%: i redditi da lavoro dipendente sono aumentati dello 0,1%, i consumi intermedi dello 0,7%, le prestazioni sociali in denaro del 2,4% e le altre uscite correnti dello 0,4%. Gli interessi passivi sono, invece, diminuiti dell’8,4%. Le uscite in conto capitale sono aumentate in termini tendenziali dell’8,2%, con una crescita del 6,8% degli investimenti fissi lordi e del 10,4% delle altre uscite in conto capitale.
Reddito delle famiglie – Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, nel terzo trimestre, è aumentato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%. Lo rileva l’Istat, precisando che, di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,5 punti percentuali, salendo all’8,2%. A fronte di una diminuzione dello 0,1% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,8%.
Su base annua, precisa l’istituto statistico, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 2,1%, mentre il deflatore implicito dei consumi è aumentato dell’1%, determinando una crescita del potere di acquisto dell’1,1%.
Investimenti – Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici (definito come rapporto tra investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente la spesa per l’acquisto di abitazioni e per la loro manutenzione straordinaria, e reddito disponibile lordo) nel terzo trimestre 2017 è stato pari al 5,9%, stabile sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto allo stesso trimestre del 2016. L’aumento degli investimenti fissi lordi (+0,2%) è risultato più contenuto di quello del reddito lordo disponibile.
Deficit nazionale – Il deficit dell’Italia è stato pari al 2,3% nei primi nove mesi del 2017, dal 2,5% di un anno prima, segnando il livello minimo per il periodo dall’1,2% di disavanzo registrato nel 2007. E nel terzo trimestre del 2017 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al 2,1%, con un miglioramento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2016, quando era stato del 2,4%.
Il saldo primario delle Pubbliche amministrazioni, ovvero l’indebitamento al netto degli interessi passivi, è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,2%, contro l’1,4% nel terzo trimestre del 2016. Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,3%, a fronte dello 0,6% nel terzo trimestre del 2016.