Il “cambio di passo” di Mario Draghi e la conseguente ‘rivendicazione’ della bontà dell’operazione messa in campo per mettere fine al Governo Conte due, la centralità della campagna di vaccinazione e l’imperativo di “correre” dopo lo ‘stop&go’ di Astrazeneca, l’importanza dei sostegni a chi è costretto a chiudere. Matteo Renzi riunirà oggi la prima assemblea nazionale di Iv dell’era Draghi e l’intenzione è quella di tirar fuori qualche sassolino dalle scarpe. Il leader, pur ‘provato’ dagli attacchi subiti durante la crisi di Governo non intende mollare la presa. Priorità all’emergenza sanitaria e a quella economica. Senza dimenticare la scuola. Diversi i temi sul tavolo, le proposte, le possibili ‘correzioni di rotta’ che saranno approfondite dagli interventi di alcuni parlamentari esperti dei dossier.
Tante le cose da fare, nella convinzione che in questo momento la priorità siano i temi che interessano le persone. Certo, con i territori che – sia pure a rilento a causa della pandemia – si preparano alle Amministrative il nodo alleanze resta centrale. Lo ‘strappo’ dai giallorossi, a livello locale, può costare caro e si registrano i primi malumori. In Sicilia e Calabria si lavora a un alleanza tra forze centriste e liste civiche. A livello nazionale il quadro è in continua evoluzione. Renzi, dopo ‘l’europeizzazione’ della Lega e il ‘patto’ Dem-M5S voluto da Zingaretti puntava a farsi promotore di uno spazio al centro, che potesse essere decisivo. L’arrivo di Enrico Letta al Nazareno, l’aver dato una prospettiva ‘riformista’ al Pd e la volontà (annunciata) di dialogare con tutti non convince il senatore di Rignano. Nel mirino di Renzi restano i populisti, di destra e di ‘sinistra’. Duri, riferisce chi ci ha parlato, saranno i toni nei confronti del M5S. Italia viva, è la certezza che l’ex premier scandirà nel suo intervento, resterà alternativa sia ai sovranisti che a chi, da dentro il Palazzo, alimenta l’antipolitica, preferisce i like’ su Facebook alla competenze e alle buone idee. Da qui l’impossibilità di far parte del cantiere di un’alleanza che vada ‘da Iv a Fratoianni’, immaginato da Letta. Il leader si è detto “tutt’altro che triste” dopo la sua elezione alla guida dei Dem e ora è pronto a sfidarlo proprio su quel ‘profilo riformista’ che lui stesso ha delineato. “Vediamo se dalle parole si passerà ai fatti – sarà uno dei passaggi della sua relazione – Siete riformisti? Dimostratelo sulla giustizia”, non inseguendo “ancora” i pentastellati sul giustizialismo “e sullo sblocco dei cantieri”.
Intanto, alla vigilia della riunione dei circa 650 tra delegati e parlamentari, ritornano i rumors su un possibile ‘passo di lato’ del leader (fake news, fantasie”, replicano i suoi) e su un possibile ridimensionamento delle ‘truppe’. Il senatore Eugenio Comincini, secondo ‘radio Palazzo Madama’, sarebbe pronto a tornare nel Pd. I contatti con il capogruppo dem Andrea Marcucci sono avviati. “E’ questione di giorni – viene riferito – il ‘traguardo’ è martedì quando è prevista l’assemblea dei senatori con Enrico Letta”. Riflessioni in corso su un ritorno alla ‘casa madre’ dem, viene riferito, anche per un altro senatore renziano Leonardo Grimani. Se succederà, commentano i renziani, “li saluteremo con un sorriso. In ogni caso, con Conte che è fuori da palazzo Chigi, Zingaretti che si è dimesso, Leu che si è scisso e persino +Europa che litiga…non siamo certo noi quelli messi peggio”.