E’ polemica il giorno Solo tre sono state salvate dall’intervento (ovviamente in ritardo) di un elicottero della Marina italiana. Subito il governo italiano, per bocca del premier Conte ha accusato gli scafisti trafficanti di uomini che sono certamente responsabili, ma anche, per bocca di Matteo Salvini, le ong che, invece ormai, non intervengono quasi più e neanche in questa occasione hanno potuto fare qualcosa. L’area Sar, infatti, è controllata dalla Guardia Costiera libica che ha ricevuto soldi (oltre 300 milioni) dall’Italia e navi ma che continua a latitare e a non rispondere nemmeno agli appelli d’aiuto. Ferma restando la posizione di chiusura del governo italiano, resta il fatto che 117 persone (comprese donne e bambini) sono annegate in un braccio di mare dove, fino all’anno scorso, anche in presenza di una politica restrittiva degli sbarchi, come quella messa in atto da Minniti, la nostra Guardia Costiera sarebbe intervnuta a salvarle.
Salvini – Salvini, ieri aveva detto che i porti italiani restano e devono restare chiusi. Secondo il Ministro degli Interni la linea della fermezza è l’unica praticabile e se la gente muore in mare, non è colpa nostra. Dice oggi Matteo Salvini: “Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in ARMI e DROGA, e delle Ong che non rispettano regole e ordini”. Lo scrive su Facebook e aggiunge: “Quanto a certi sindaci e governatori di Pd e sinistra – aggiunge Salvini – anziché denunciare la presunta violazione dei ‘diritti dei clandestini’, dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio. Sbaglio?”.
Casellati – Ma la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati fa notare, da Palermo, che comunque queste vicende non possono finire in tragedia nell’indifferenza italiana e europea: “Non possiamo rassegnarci ad accettare la morte di tanti poveri innocenti. Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune”.
Open Arms – E si fa sentire anche la voce delle Ong che, comunque, non sono potute interenire: “Perder tempo significa morire. Mentre Open Arms è bloccata in porto a Barcellona, 8 persone al giorno muoiono nel Mediterraneo. #FreeOpenArms”. La nave di Open Arms, infatti, è stata bloccata nei porti spagnoli dopo il divieto di salpare imposto dalla capitaneria di porto di Barcellona.
Furlan – “Immenso dolore per l’ennesima tragedia che si è consumata nel Mediterraneo con la morte di oltre cento persone, tra donne, uomini e bambini. Una vera ecatombe che ci indigna e chiama in causa il ruolo dell’Europa, il cinismo dei governi e di tante istituzioni”. Lo scrive su twitter la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
Cicchitto – E interiene anche Fabrizio Cicchitto, ex presidente della Commissione esteri della Camera: “Con la linea del rifiuto assoluto è evidente che prima o poi ci saremmo trovati di fronte a un fatto drammatico come quello che è avvenuto ieri con la morte di più di 110 migranti. Un conto è stabilire dei filtri e contrattare la ripartizione, un altro conto è il NO assoluto e una politica generalizzata con le ONG fra le quali c’è il peggio ma anche il meglio dell’intervento in quel settore. Certo è che sono un peso che grava sulla coscienza di noi tutti”.