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La tragedia del cavalcavia. “Filippone non aveva problemi psichici”

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Voleva togliersi la vita e l’ha fatto. Lasciandosi dietro una scia di sangue. Fausto Filippone, 49 anni, era dirigente di una grande azienda di abbigliamento: domenica ha lanciato la figlia di 10 anni, Ludovica, da un ponte dell’A14 nei pressi di Francavilla al Mare, in provincia di Chieti. La bambina è morta. Veros le 20, dopo una lunga e inutile trattativa, il 49enne si è suicidato lanciandosi cadere nel vuoto di spalle dallo stesso viadotto.

Qualche ora prima della tragedia anche la moglie, Marina Angrilli, di Pescara, era morta, dopo essere precipitata dal terzo piano di un palazzo di Chieti Scalo. L’avevano portata di corsa all’ospedale ed era deceduta poche ore dopo la caduta. Qui c’è un primo mistero perché non è certo (anche se a tutti vien fatto di pensarlo) che l’abbia buttata giù il marito. Non è nemmeno certo che Filippone fosse in casa, non si sa neppure se sia andato all’ospedale e non sembra sia vero che abbia dato generalità false al nosocomio teatino.

Fatto sta che Filippone, lasciato l’ospedale (se c’è stato) è andato a casa degli zii dove Ludovica era stata ospite a pranzo, ha preso la bambina senza nessuno sospettasse nulla anche perché nessuno sapeva che la moglie era volata dalla finestra di casa. Con la macchina, hanno imboccato la A14 e dopo qualche chilometro, si sono fermati sul viadotto che sovrasta il torrente Alento. Filippone ha parcheggiato sulla destra ed è sceso trenendo la bambina per mano. Diversi automobilisti li hanno visti camminare sul viadotto e qualcuno ha avvisato la polizia. Una pattuglia è partita a cercarli e, quando si stava avvicinando, Filippone ha sollevato Ludovica sotto le ascelle e l’ha gettata di sotto. Così, come se niente fosse. Poi l’uomo ha scavalcato il parapetto e si è sistemato al di là del guard rail, con i piedi sulla soletta tenendosi un po’ alla rete di protezione e un po’ al parapetto in tubi.

Lì è iniziata una trattativa lunga e surreale, durata diverse ore. Dal viadotto, l’uomo gridava cose sconnesse, chiedeva scusa a Ludovica ma impediva ai soccorritori di avvicinarsi al corpicino esanime trenta metri più in basso. Diceva che se l’avessero toccato, si sarebbe buttato. Un medico legale si è avvicinato abbastanza per capire che per Luodvica non c’era nulla da fare. Sul ponte, sono arrivatre anche la madre e la sorella dell’aspirante suicida. Poi, mentre i vigili del fuoco cercavano di sistemare dei materassi gonfiabili sotto il ponte per eventualmente attutire la caduta e mentre scendevano le prime ore della sera, intorno alle 20, l’uomo si è lasciato cadere di schiena per andare a morire di sotto con un tonfo sordo. Qualcuno, mentre Filippone volava di sotto, ha visto un foglio di carta cadere poco lontano dal corpo. L’hanno recuperato, sembra che ci siano nomi e frasi sconnesse. Niente che spieghi i motivi della tragedia.

E neanche da altri punti di vista, le indagini, finora, sono riuscite a spiegare. Gli accertamenti sinora hanno evidenziato che non esistevano problematiche di rilievo, o che possano giustificare i gesti compiuti, all’interno del nucleo famigliare”. L’unico recente episodio si riferisce al decesso (Alzheimer) della madre di Filippone, a cui l’uomo era particolarmente legato e che, in qualche modo, poteva averlo destabilizzato senza peraltro che lo stesso abbia esternato importanti segni di sofferenza”. marina Angrilli, la moglie, insegnava italiano allo scientifico Leonardo da Vinci: brava, severa, molto ligia, attenta ai vestiti, al fisico (faceva molta palestra) grande impegno e passione nel suo lavoro. Ludovica frequentava la quinta elementare. Era studiosa e appassionata di danza e canto. L’altrra sera, papà e mamma erano andati a sentirla in una specie di concorso canoro. La ragazzina aveva cantato una canzone di Arisa e aveva ricevuto un lungo applauso. Poi era andata a giocare con gli amichetti come fanno le ragazzine della sua età.

Per il sindaco di Francavilla al Mare Antonio Luciani le pagine dei giornali che mettono in primo i tragici fatti avvenuti nei pressi della sua cittadina “sono una lama nel cuore” e “quello che è successo è un dramma terribile che ha avuto per protagonista un uomo in apparenza senza problemi. Incredibile epilogo di una tragedia familiare partita forse tempo fa. Il lavoro di indagine lo fanno gli inquirenti, anche se giustizia non c’è”. “Sono arrivato sul posto,in contrada Valle Merli, i soccorritori erano già tutti lì – ha raccontato il primo cittadino su Facebook – ma nessuno poteva avvicinare la bambina, il cui corpo era già riverso a terra da un po’. Erano tutti lì, quasi impotenti perché a chiunque facesse per avvicinarsi al corpo della bambina quell’uomo minacciava di buttarsi giù. Così è stato per sei ore. Alle 20, l’epilogo. Anche l’uomo che aveva provocato tutto questo ha deciso di mollare la presa e di lasciarsi andare, in un tonfo sordo, a terra poco distante dalla figlioletta. Al grande senso di rabbia delle prime ore, al dolore per la morte di due donne innocenti, si aggiunge una struggente sensazione di impotenza davanti ad una tragedia familiare incredibile”. “Francavilla – ha proseguito Luciani – è in lutto e si stringe ai familiari, vittime di questa immane tragedia. Lei era bella, lei era dolce, lei era innocente. Questo ho pensato guardando quel piccolo corpo senza vita. Non potrò più passare sotto quel cavalcavia senza pensare a lei”.

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