L’Arabia saudita mostra i resti di droni e missili e accusa l’Iran per i raid contro i pozzi petroliferi. “Teheran è “incontestabilmente” dietro gli attacchi ai siti”, ha affermato un portavoce del ministero della Difesa di Ryad. Nel corso di un incontro in cui ha svelato i presunti resti di “droni” e “missili da crociera” legati agli attacchi, ha detto che i raid contro due delle sue installazioni provenivano da nord. Il regno saudita indaga ancora sul luogo “esatto” del lancio, ha precisato il portavoce
E arriva una reazione congiunta di Washington e Londra. Il presidente Usa Donald Trump e il premier britannico Boris Johnson hanno discusso della necessità di una “risposta diplomatica unita” agli attacchi contro i siti petroliferi dell’Arabia Saudita, come riferisce Downing Street, senza menzionare un’opzione militare. “E’ un atto di guerra” e si è trattato di un “attacco iraniano”, ha commentato il segretario di Stato americano Mike Pompeo.