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Le nazioni nel mondo guardano a riapertura: Johnson frena, Trump vara linee guida

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 Il mondo guarda alla ripartenza ma l’Organizzazione mondiale della Sanità avverte: non siamo ancora fuori dalla pandemia del coronavirus. Dall’Italia agli Stati Uniti, le nazioni hanno iniziato ad allentare le misure restrittive per far ripartire le loro economie, anche se da Londra arriva un nuovo alt: “Stiamo migliorando, ma temo un secondo picco che farebbe ancora più danni: quindi non dovete essere impazienti, per ora il lockdown rimane così”, ha annunciato Boris Johnson, smagrito dopo la convalescenza. Il premier è infatti tornato a Downing Street un mese dopo che gli è stato diagnosticato il coronavirus, che lo ha costretto a un ricovero in terapia intensiva.

 In tutto il mondo le chiusure vengono alleggerite in modo frammentario, con i governi che in ordine sparso cercano di riaprire senza innescare una seconda ondata di infezioni. Parrucchieri, ristoranti e spiagge, ad esempio, si aprono in alcuni stati, mentre in altri dovranno aspettare ancora qualche settimana. In generale, il bilancio ufficiale delle vittime ha superato i 200mila morti in tutto il mondo, con circa 3 milioni di infezioni confermate, secondo il conteggio della Johns Hopkins University. E se la Nuova Zelanda ha annunciato di aver sconfitto l’epidemia, con solo 4 nuovi casi sospetti, la Russia ha raggiunto un triste primato, superando la Cina in numero di contagi: nelle ultime 24 ore sono stati registrati 6.198 casi di coronavirus portando così il totale a 87.147 (in Cina sono 84.500).

 In Europa, a fronte di un Regno Unito che frena, c’è una Francia accelera e si dice pronta a uscire dal lockdown: domani il governo presenterà il programma per la cosiddetta fase 2. Il presidente Emmanuel Macron e il primo ministro, Édouard Philippe, hanno ultimato i dettagli del “piano di deconfinamento” che verrà annunciato di fronte all’Assemblea nazionale. Lo sblocco riguarderà nel dettaglio la riapertura delle scuole, il ritorno al lavoro, la ripartenza delle aziende, il riavvio dei trasporti. In dubbio incontri culturali e religiosi. Intanto ha riaperto oggi il gigantesco cantiere di Notre Dame, interrotto il 16 marzo quando è cominciato il confinamento. La ripresa sarà graduale dato che le norme sanitarie in vigore richiedono di riorganizzare il cantiere, con l’installazione di docce e spogliatoi oltre che di distributori di gel igienizzante in molti punti del sito. Gli operai alloggeranno negli hotel della catena Accor. L’obiettivo primario in questa fase resta quello di smontare le impalcature, operazione in programma un mese fa prima dell’interruzione dei lavori.

Nel resto d’Europa, le nazioni del Nord guidano le riaperture: ripartono le scuole elementari in Norvegia, dopo sei settimane di istruzione da remoto. Il governo sostiene di avere sotto controllo l’epidemia e ha quindi deciso di riavviare l’attività scolastica. In Svizzera, gli ospedali possono tornare a effettuare gli interventi rinviati a causa dell’emergenza e potranno riprendere la loro attività studi medici, parrucchieri, centri massaggi, centri estetici, negozi con tutto quel che serve per il ‘fai da te’, di giardinaggio e di fiori.

 Dagli Stati Uniti, che ieri hanno superato le 55 mila vittime (sfiorando il numero di morti nella guerra del Vietnam), ma Trump ammette: il bilancio potrebbe arrivare a 70 mila decessi. La sua amministrazione intanto sta elaborando nuove linee guida su come riaprire in sicurezza ristoranti, scuole, chiese e aziende.  Da quanto si apprende la bozza include suggerimenti come la chiusura di aree ristoro negli uffici, l’utilizzo di menu usa e getta nei ristoranti e la possibilità per gli studenti di pranzare in classe. Inoltre, il progetto messo a punto dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) riguarderà sette tipi di organizzazioni: scuole, campi, centri di assistenza all’infanzia, strutture religiose, sistemi di trasporto di massa, luoghi di lavoro e bar/ristoranti. Al momento, le nuove linee guida equivaranno a poco più che consigli: saranno i funzionari statali e locali a declinarle e a farle rispettare. Alcuni Stati hanno già messo in atto regole per le aziende che riapriranno: ad esempio, il Michigan richiede di limitare il numero di clienti che possono essere presenti in un negozio contemporaneamente. A New York, il governatore Andrew Cuomo ieri ha chiesto alle imprese che intendono riaprire di presentare un piano su come vogliono farlo. Sempre lo Stato di New York ha annullato la campagna elettorale presidenziale democratica in vista delle primarie del 23 giugno.

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