“Un attacco alla democrazia”. La Lega reagisce a muso duro ed etichetta così la sentenza della Cassazione secondo cui al Carroccio vanno immobilizzati fondi per 49milioni di euro. Dichiarazioni che, a quanto si apprende, il Csm non digerisce, oggetto di discussione tra i consiglieri, parole “inaccettabili”.
Il partito guidato da Matteo Salvini non si sposta di un millimetro e intende rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendogli un incontro al suo ritorno dal viaggio nei paesi Baltici. Il motivo, spiegano a via Bellerio, è semplice: la sentenza è un modo per mettere “fuori gioco il primo partito italiano” ed è proprio su questo tema che si vuole sensibilizzare il capo dello Stato. Dal Quirinale, al momento, non trapelano commenti sulla ventilata richiesta da parte del Carroccio. Fonti parlamentari rilevano che mai il capo dello Stato è intervenuto sulle decisioni dei magistrati.
La mossa della Lega non è certo passata in osservata. Per il Pd si tratta di un atto “di una gravità inaudita”, visto che il presidente della Repubblica “è non solo un organo neutrale ma anche il presidente del Consiglio superiore della magistratura – ha subito attaccato Franco Vazio, vice-presidente della Commissione Giustizia della Camera – Chiamarlo in causa, rappresenta dunque una doppia e gravissima mancanza di rispetto istituzionale. In che cosa consisterebbe l’attacco alla democrazia di cui vaneggiano? Nel fatto che la magistratura sta facendo il suo lavoro?”.
La Cassazione, nella sentenza di martedì, aveva dato il via libera ai pm di Genova di sequestrare i fondi alla Lega, “ovunque si trovino” fino ad arrivare alla ‘soglia’ di 48 milioni 969mila euro, somma che per il tribunale ligure sono stati accumulati grazie a una truffa ai danni dello Stato sui rimborsi ai partiti per i contributi elettorali e per cui il 24 settembre 2017 aveva condannato il senatur Umberto Bossi, il tesoriere Francesco Belsito e altri tre imputati e di cui aveva ordinato la confisca. Adesso dovrà esprimersi il Riesame, che dovrà emettere un nuovo provvedimento tenendo in considerazione le indicazioni, vincolanti, della Cassazione.
Sul punto Matteo Salvini si è già espresso più volte: quelle cifre non ci sono più, sono state spese nel corso degli ultimi 10 anni. E la richiesta è frutto di “un processo politico” ed è frutto di “una sentenza politica: cercano di metterci fuori legge”. Parole che il leader del Carroccio vorrebbe ora ripetere a Mattarella.