“Le mafie possono condizionare il voto libero degli italiani. Su questi temi non ci può essere silenzio in campagna elettorale e io lo vedo, vedo troppo silenzio, lo dico da ministro dell’Interno”. Marco Minniti non ci gira attorno e lancia una stoccata ai toni e ai temi usati nelle settimane che precedono l’election day.
“Se vogliamo affrontare il nodo delle mafie – afferma – dobbiamo sapere che sono differenti dalle altre organizzazioni criminali perché sono in grado di condizionare le istituzione e la politica. Rompere i legami è un aspetto cruciale”.
L’occasione è la presentazione della relazione finale della commissione bicamerale Antimafia che Rosy Bindi ha presieduto per l’intera legislatura. Lei per prima, nel documento approvato all’unanimità dai gruppi parlamentari, mette in guardia dagli intrecci tra mafia e politica: “A volte – afferma durante la presentazione – quando non entra la mafia sono i politici che vanno a cercare i mafiosi per farsi dare i voti”. E poi “se il consenso delle mafie è diventato così importante è anche perché ogni giorno diminuisce il consenso buono”, ecco perché “l’astensionismo è il primo regalo alle mafie”.
Per il presidente del Senato e leader di Leu, Pietro Grasso, la sfiducia degli elettori nei confronti della politica è alimentata dalla “diffusione della corruzione”. Un problema che si potrebbe arginare definendo “nuovi canoni di condotta per elevare la soglia di autotutela della politica contro il rischio di inquinamento mafioso delle liste elettorali attraverso un più severo codice di autoregolamentazione indirizzato ai partiti e ai movimenti politici”.
Dello stesso parere è il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Non parlare di mafia in campagna elettorale, fingere che non sia un problema reale con cui confrontarsi, “è un errore grave”. La guardia “va tenuta alta”: “il tema della sicurezza non può essere derubricato a quello della microcriminalità, che pure esiste, ma questo paese ha ancora un fenomeno di carattere mafioso e minacce terroristiche”.
Un silenzio intorno al tema “assordante” anche per il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, presente alla conferenza, ad applaudire don Luigi Ciotti, tra i relatori. “Pare che l’unico problema della sicurezza lo diano gli immigrati…è una cosa assurda”.