Spunta un emendamento alla manovra per consentire ai presidenti di Regione di fare i commissari alla sanità e scoppia lo scontro alla Camera. All’attacco il Movimento 5 stelle, che accusa il Governo di voler fare un regalo al presidente della Campania Vincenzo De Luca, premiandolo per il suo impegno nella campagna referendaria. Bagarre in commissione Bilancio, e l’emendamento viene accantonato. Ma poco dopo è già pronta una riformulazione. De Luca potrà diventare commissario ma in questa veste sarà soggetto a una verifica ogni sei mesi.
La vicenda ha un prologo. Nei giorni passati il Fatto Quotidiano ha pubblicato la registrazione di un incontro a porte chiuse tra De Luca e i sindaci della Campania avvenuto all’hotel Ramada di Napoli martedì 15 novembre. Nel corso dell’incontro, il governatore invita i sindaci a dedicarsi alla campagna per il Sì al referendum contattando imprese, ordini professionali, e anche le aziende private del comparto sanitario. “Abbiamo cercato di spiegare a quelle due teste di sedano che hanno la funzione di commissari in questo momento che non siamo la Toscana”, dice riferendosi al commissario alla sanità regionale Joseph Polimeni e al subcommissario Claudio D’Amario. “Qui la sanità privata – aggiunge – è il 25 per cento. Sono migliaia di persone. Credo sinceramente che in questo momento, per come ci siamo mossi in questi mesi, abbiamo il rispetto da parte dei titolari delle strutture private qualificate. E possiamo permetterci di chiedere a ognuno di loro, per ogni clinica e laboratorio, di fare una riunione con i loro dipendenti. Parliamo di migliaia di persone”.
Dopodiché, incitando i sindaci ad adoperarsi per portare più voti alla causa del Sì, nel suo noto stile istrionico, scatenando a più riprese le risate della platea, prosegue: “Prendiamo Franco Alfieri (sindaco di Agropoli, ndr), notoriamente clientelare. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Che cosa bella. Ecco, l’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il Sì. Franco, vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”. E ancora: “Fate l’elenco dei dieci, venti imprenditori, quelli che uno chiama, sul piano dell’amicizia, del rapporto personale, dell’amministrazione, e dice, ‘senti, al di là di tutte le questioni, per cortesia, dimmi quanti voti porti'”.
Quanto basta per spingere il Movimento 5 stelle ad annunciare un esposto in procura per il reato di scambio politico-mafioso. Non solo, ma il senatore Luigi Gaetti, attualmente capogruppo di turno dei pentastellati a palazzo Madama, porterà la questione anche in commissione antimafia.
Ma perché De Luca ci terrebbe tanto a diventare commissario? L’interesse di De Luca, dice il Fatto Quotidiano, risiederebbe nel fatto che i fondi della sanità regionale per i privati accreditati non sabbero sufficienti e De Luca vorrebbe ricorrere ad altri fondi della Campania, ma la strada sarebbe sbarrata appunto dall’attuale commissario. All’appello mancano 30 milioni. Il primo beneficiario di questa mossa sarebbe il senatore Vincenzo D’Anna, senatore di Ala e presidente di Federlab, l’associazione maggiormente rappresentativa dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatori. “In Campania – conferma a LaPresse – è esaurito il tetto di spesa e la povera gente non può curarsi. De Luca ci ha messo tutta la buona volontà per trovare i 30 milioni di euro e stabilizzare questa situazione fino al 31 dicembre, ma i commissari si sono opposti”.
“Siamo bloccati da un mese – afferma – e c’è gente che rischia il posto di lavoro nei centri accreditati come il mio”.
Palazzo Chigi però non si arrende, nonostante il parere contrario anche del ministero della Salute. Al netto dell’aspetto politico, Beatrice Lorenzin non è favorevole a una situazione in cui controllore e controllante si trovano a coincidere. Per venire incontro a questi rilievi spunta in serata l’ipotesi di permettere ai presidenti di Regione di diventare commissari della sanità, ma solo a due condizioni: che la Regione sia in attivo e che sia lo stesso presidente a chiederlo, assumendosene così la responsabilità politica.
Secondo quanto si apprende, secondo il nuovo testo, ogni sei mesi il commissario sarebbe soggetto a una verifica da parte del Governo: non solo i conti dovranno essere in regola ma la performance dei livelli di assistenza dovrà essere migliorata. Diversamente, il presidente della Regione perderebbe la carica di commissario.
Si attende quindi il deposito del nuovo emendamento. Ma le opposizioni non mollano. Forza Italia annuncia una interrogazione parlamentare: “Abbiamo ritenuto doveroso porre, con un question time che sarà affrontato domani in aula, qualche domanda al ministro dell’Interno Angelino Alfano – dice Paolo Russo, deputato di Forza Italia e coordinatore del partito a Napoli – per avere chiarimenti sulle parole pronunciate dal Governatore della Campania Vincenzo De Luca”.