“Le leggi sono decise dal Parlamento e dal Governo. Io contribuisco in maniera molto limitata, verificando che non siano contrastanti con la Costituzione. Ma, ripeto, non dipendono da me, ma dai ministri, dai parlamentari”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rispondendo alle domande di alcuni studenti, oggi ospiti al Quirinale. “Il mio lavoro è quello di seguire tutto il processo perché il ‘sistema Italia’ si svolga in maniera sempre migliore – ha spiegato – in maniera funzionale, efficiente, perché la vita del nostro Paese scorra in maniera ordinata e sempre migliore”. “C’è un’affermazione frequente: il Presidente della Repubblica – ha proseguito il capo dello Stato – sarebbe come un arbitro. Voi avete presente le partite di calcio: quando il gioco si svolge regolarmente, senza falli e senza irregolarità, l’arbitro neppure si nota, quasi non ci si accorge che sia in campo, interviene soltanto per regolare quando le cose non vanno”.
Il compito del presidente della Repubblica come arbitro nella vita politica del Paese, ha precisato Mattarella, “avviene spesso con due attività: esortazione e suggerimenti, cioè attraverso la persuasione. Quindi è un lavoro che in larga parte non si vede perché non si fa con i proclami. La persuasione è più efficace se non viene proclamata in pubblico. Questa attività di esortazione e di suggerimenti non si vede ma è la più importante attività del Capo dello Stato”
Mattarella ha incontrato al Quirinale gli studenti delle scuole secondarie di primo grado: San Martino di Lupari (PD); Istituto Comprensivo Statale Don Lorenzo Milani di Vimercate (MB); Istituto Comprensivo “G. D’Annunzio” di Lanciano (CH); Istituto Comprensivo “V. Gemito” di Anacapri (NA); “G. Carducci” di Bagheria (PA); “C. Scianna” di Bagheria (PA); Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II di Capo d’Orlando (ME); Istituto Comprensivo Statale “De Amicis” di Bolani (RC) e “L. Murialdo” di Foggia.