Poche squadre arrivano a questo mondiale con le difficoltà del Messico: la squadra eredita una gestione non facile dello spogliatoio con alcuni giocatori che da tempo sono usciti dal giro della nazionale per ‘dissapori’, diciamo così, con la Federazione.
Tutto risale all’esordio dell’edizione di Copa America in programma in Argentina: il Messico è in ritiro e la squadra dopo un allenamento decide in blocco di darsi alla pazza gioia. Viene organizzato un festino a base di donne e alcol: il tutto a sei giorni dall’esordio. Il CT della Tricolor che all’epoca era Luis Fernando Tena non la prende bene e Fabián, Cortés, Jiménez, Calderón, Cabrera, Vidrio, Hernández e Jonathan dos Santos, fratello del più famoso Giovani, vengono cacciati dal ritiro e rispediti a casa. Si parla di danni all’albergo e di un furto: solo che a rubare orologi, telefonini, pc e portafogli degli sprovveduti giocatori sarebbero state le prostitute.
Una storia che ha del ridicolo ma che di fatto apre una vera e propria crisi nella gestione tecnica della nazionale perché all’indagine federale segue una lunga squalifica. Alcuni giocatori hanno risposto no grazie alla convocazione di Herrera, (Carlos Vela attaccante che ha militato nell’Arsenal e che attualmente è con i baschi della Real Sociedad) che è di fatto il quarto allenatore in meno di un anno. Dopo alcune amichevoli le cose sembrano andare un po’ meglio ma non è certo la squadra più straordinaria e meglio organizzata di sempre per una formazione che comunque ha preso parte a ben quindici fasi finale del Mondiale.
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