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Mourinho, da Vitor Baia a Karsdorp: la ‘black list’ dello Special One

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Accuse spietate rivolte agli arbitri, proclami stravaganti ai media, attacchi verbali ai giocatori avversari. Sono tra i segni più marcati che hanno contraddistinto la carriera di Josè Mourinho. Questa volta, però, il tecnico portoghese ha attaccato in modo durissino uno dei suoi stessi giocatori dopo il pareggio per 1-1 della Roma in casa del Sassuolo. Senza fare il nome del giocatore, Mourinho ha scatenato una feroce filippica che ha subito portato al terzino olandese Rick Karsdorp, in parte responsabile del pareggio nel finale del Sassuolo cinque minuti dopo l’andata in vantaggio dei giallorossi di Abraham e che era stato già preso di mira dal tecnico portoghese in passato.

Sono stato tradito da un giocatore, abbiamo giocato in 15″, ha tuonato Mourinho. Parole che di fatto – come sottolineato anche dall’ex ds giallorosso Walter Sabatini – sanciscono la fine dell’avventura in giallorosso di Karsdordp, a meno di colpi di scena. Anche se mai con parole così scomposte, non è la prima volta nella sua lunga carriera da allenatore che Mourinho mette alla porta un suo giocatore, o tesserato. Un metodo per dare una scossa alla squadra quando le cose non vanno bene.

Il primo di una lunga lista di ‘epurati’ (e poi spesso reintegrati, ndr) risale addirittura ai tempi del Porto, quando nel 2002 un giovane Mou che ancora non era diventato ‘Special One’ mise fuori squadra niente meno che Vitor Baia, leggendario portiere dei Dragoni e della nazionale portoghese. Un litigio poi rientrato, ma che servì a cementare un gruppo che due anni dopo vinse tra la sorpresa generale la Champions League. Arrivato al Chelsea, durante la sua prima esperienza sulla panchina dei Blues a fare le spese delle ‘epurazioni’ di Mourinho furono tra gli altri il nazionale inglese Joe Cole (“Con lui giochiamo in dieci”, disse) e il suo connazionale Ricardo Carvalho.

Nel trionfale periodo all’Inter, invece, il solo a fare le spese della furia di Mourinho fu un giovane Mario Balotelli. “Lavora al 25% dell’intensità degli altri, come può pretendere di giocare”, disse una volta lo Special One. Alquanto movimentati furono poi gli anni di Madrid, quando Mourinho alla guida del Real non riuscì a vincere la Champions League trovando sulla sua strada il Barcellona di Leo Messi e Pep Guardiola. Da allenatore dei Blancos, però, Mou cerò un clima di forte tensione sull’asse Madrid-Barcellona tanto da mettersi contro due mostri sacri come Iker Casillas e Sergio Ramos, ‘rei’ a suo dire di voler creare un clima di distensione. Nel maggio 2011 Mourinho chiede e ottiene da Florentino Perez addirittura la testa del direttore generale Jorge Valdano, suo arcinemico. Mentre nella sua ultima stagione a Madrid, il tecnico portoghese finirà per mettersi contro anche due suoi connazionali come il ‘fedelissimo’ Pepe e la superstar Cristiano Ronaldo.

Tornato a Londra, sempre al Chelsea, i ‘nemici’ di Mourinho diventeranno i tre fenomeni della generazione d’oro del Belgio: Kevin De Bruyne, Romelu Lukaku ed Eden Hazard. Tutti e tre, in tempi diversi, finiranno messi alla porta dallo Special One. Ma non solo, Mou arriverà anche a prendersela con il medico della squadra, l’avvenente dottoressa Eva Carneiro, creando un caso che finirà sulle prime pagine di tutti i tabloid britannici. Nelle sue ultime esperienze in panchina, Mourinho si è confermato un ‘sergente di ferro’ anche a Manchester, quando allo United dopo l’ennesima debacle mise sul mercato in un colpo solo la bellezza di otto giocatori. Nella lista nera c’erano l’italiano Matteo Darmian, Marcos Rojo, Phil Jones, Bastian Schweinsteiger, Morgan Schneiderlin. Michael Carrick, Ashley Young e Memphis Depay. Stessa musica al Tottenham, dove uno Special One ormai offuscato se la prese tra gli altri con il centrocampista francese Tanguy Ndombele, ora al Napoli, e con il difensore belga Toby Alderweireld, allora uno dei veterani della squadra.

Infine l’anno scorso lo sbarco a Roma, dove la nuova proprietà americana della fmaiglia Friedkin di fatto gli hanno dato carta bianca. Ebbene, al tecnico portoghese sono bastate poche ore per presentare al direttore tecnico Tiago Pinto una ‘black list’ di giocatori da mandare via quanto prima. Gli epurati di Mourinho sono stati i veterani Fazio e Pastore, Nzonzi, Santon e il portiere Olsen, a cui si sono poi aggiunti Justin Kluivert e l’ex capitano Alessandro Florenzi.

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