“Sono certo che Valeria Fedeli non me ne vorrà se io insisto con una licenza che mi sono preso da molto tempo: quella di reagire alla trasformazione della lingua italiana con l’orribile appellativo di ministra o l’abominevole appellativo di sindaca. La chiamerò signora presidente come chiamavo Nilde Iotti. Penso che alla mia età qualche licenza mi sia concessa”. A dire la sua senza mezze misure su una questione delicata come quella del linguaggio di genere è il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, rivolto alla presidente della Camera Laura Boldrini e a Valeria Fedeli, titolare del ministero dell’Istruzione, alla consegna del Premio De Sanctis per la saggistica ricevuto per il suo ‘Europa politica e passione’. La sala scoppia in un applauso, mentre a reagire è proprio Boldrini, notoriamente sostenitrice della declinazione al femminile dei termini per le cariche istituzionali e professionali. “Questo è un tradimento, allora mi ridai la targa”, dice con un sorriso Boldrini, che lo ha appena premiato. Ma lui insiste: “Continuerò a chiamarti ancora presidente come chiamavo Nilde Iotti e spero che alla mia età qualche licenza rispetto alle mode mi sia concessa”. Lo scambio di battute finisce tra gli applausi e qualche risata, ma al termine della cerimonia Boldrini, pur sorridendo, precisa: “Il presidente Giorgio Napolitano ha le sue idee che rispetto, ma io penso che i nomi vadano declinati. La società cambia e deve cambiare anche il linguaggio – sottolinea -. Nessuno mette in dubbio che si possa dire contadina, allora non vedo perché non si debba anche usare lo stesso metro quando si sale la scala sociale”.
Napolitano sfida Boldrini: Ministra è orribile e sindaca abominevole
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