Picchiata da una baby-gang di bulle inglesi nel centro di Nottingham. È morta il 14 marzo scorso, dopo tre settimane di coma, la 18enne romana Mariam Moustafa che da Ostia, quattro anni fa, si era trasferita con la famiglia in Inghilterra per studiare Ingegneria. Lo riporta il sito de Le Iene che si occuperanno della storia in un’inchiesta in onda domenica su Italia 1. Intanto, la procura di Roma ha aperto un fascicolo, nel quale si indaga per omicidio, ed è stato affidato al pm Sergio Colaiocco.
Il 20 febbraio Mariam, di origini egiziane, aveva appena saputo di essere stata ammessa al Nottingham College. Neanche il tempo di festeggiare: mentre attendeva il bus fuori dal Victoria Centre con un amico, che ha tentato di proteggerla, è stata aggredita e massacrata a calci e pugni da un gruppo di 8-10 ragazze inglesi, come si vede anche in un video che sta girando su internet, che l’avevano presa di mira da qualche tempo (un’aggressione simile era già avvenuta in agosto mentre si trovava assieme alla sorella in un parco). Hatim, padre della studentessa, pretende giustizia e racconta che chiamavano la figlia ‘Black Rose’ (forse un riferimento razzista).
I familiari attaccano la polizia di aver sottovalutato il movente razzista. E puntano il dito anche contro il primo ospedale, il Queen’s Medical Center, dove Mariam si è presentata dopo l’aggressione: da qui è stata dimessa dopo quattro ore nonostante i dolori alla testa. Una volta a casa si è sentita male ed è stata ricoverata al Nottingham City Hospital, dove è entrata in coma e dopo tre settimane è morta.