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Occhetto: “E’ tempo di unità. Boldrini e Grasso sbagliano a entrare a gamba tesa”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

“Annibale è alle porte”, quindi è necessario “alzare una diga”. Per farlo “la sinistra moderata e quella radicale devono riconoscere i propri errori” e dar vita al “miracolo” dell’unità, a “un nuovo inizio”. Achille Occhetto non usa mezzi termini per commentare con LaPresse lo stato dell’arte del centrosinistra. L’ultimo segretario del Pci chiede a ciascuno di assumersi le proprie responsabilità: Bersani e compagni devono quindi “andare a vedere le carte, come a poker”, mettendo alla prova Renzi, ma richiama all’ordine i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini: “Intervengono a gamba tesa per dividere e non per unire”, attacca.

Lunedì nel corso della direzione Pd da Matteo Renzi è arrivata un’apertura alla sinistra o siamo ancora una volta di fronte al gioco del cerino?

“Non è importante vedere se giocano al gioco del cerino. Ci troviamo di fronte a un’apertura che secondo me è un’apertura, anche se solo sul piano formale, abbastanza significativa rispetto a tutto quanto avvenuto nel corso di questi anni . È giusto andare a vedere se è il gioco del cerino, come nel gioco del poker: se uno dice di avere tanti punti e tu non vai a vedere è colpa tua se non sei andato a vedere. Bersani e gli altri dovrebbero andare a vedere e sul terreno concreto, che è quello programmatico, mettere alla prova il Pd”.

Renzi ha affidato il ruolo di ‘pontiere’ a Piero Fassino, l’ultimo segretario dei Ds che appartiene alla generazione politica che il segretario Pd delle origini voleva rottamare, è un primo passo indietro?

“Fassino ha sempre fatto parte del Pd, anche nell’era Renzi. Non è una novità che ci sia un rapporto tra i due. Credo che la scelta cada su un uomo che ha una grande capacità di trattativa. Io lo conosco bene perché lui ha svolto per me delicate trattative quando si trattava di entrare nell’Internazionale socialista e di trattare con personalità forti a livello europeo e quindi penso che la ragionevolezza di Fassino sia una buona carta per aprire un discorso con delle forze che sono così consanguinee nella storia e nella tradizione della sinistra italiana”.

Può farcela?

“È difficile da dire. Io credo che il problema fondamentale è che lui ponga al centro la considerazione che tutte e due le sinistre non hanno capito che sono cambiati tutti i parlamentari del ‘900 e dovrebbero ricominciare a pensare da capo il loro progetto”.

È un ‘adesso o mai più’ come dicono in tanti?

“Siamo con Annibale alle porte. È necessaria una risposta immediata, occorre vedere in tempo il pericolo che viene da tutta Europa per il fallimento della rivoluzione neoliberista che invece di aprire le porte alla sinistra ha dato fiato ai vari populisti. Di fronte a questo dovrebbe dire Fassino ‘oggi tutti insieme bisogna costruire una diga’, ponendo una domanda: ‘Pensate che questa diga si possa costruire senza il Pd, nel quale – comunque, piaccia o non piaccia – c’è gran parte della sinistra italiana o che si possa costruire con la sola sinistra? Se si dice di No all’unita, credo che la gente non capirà e si rifugerà nella disperazione e poi nell’astensione. Quindi Fassino deve chiedere alla forza in campo tra le visioni di prospettiva, sulle quali è del tutto legittimo essere divisi, e il programma di governo”.

Basta veti e richieste di abiura, insomma? 

“Bisogna uscire dagli errori di tutti e due: quello di un’esagerazione acritica del programma del Governo passato e di una generale demonizzazione. Non serve chiedere delle abiure ma andare concretamente su un lavoro programmatico di un governo per il futuro”.

Se la volontà fosse correre divisi e ‘pesarsi’ dopo il voto?

“Se corrono divisi con questo basso livello del dibattito che è in corso non ci può essere nessuna reale attrazione. L’attrazione nei confronti della sinistra può avvenire se avviene il miracolo, se malgrado le divisioni che ci sono sanno dire alla società italiana che hanno capito che tutte e due le sinistre, quella moderata e quella radicale, hanno dei grandi difetti e sono perdenti. È solo dando l’annuncio alla società italiana di un nuovo inizio possono avere un appeal presso il loro elettorato”.

Perché ci sia questo ‘miracolo’ Renzi deve fare un passo indietro rispetto alla leadership?

Questa, in un sistema in cui non c’è più il maggioritario, è una questione di lana caprina, messa sul tappeto per fare il gioco del cerino. Tutti capiscono che in un sistema proporzionale i cittadini non decidono il premier, ma sarà indicato dal presidente della Repubblica sulla base delle consultazioni e dei rapporti di forza al voto. Solo entrarci dimostra la pochezza di cultura costituzionale”.

In questo scenario come vede le ultime mosse dei presidenti delle Camere. Ieri Andrea Orlando ha detto che sono andati all’opposizione .. “Effettivamente la situazione è piuttosto peregrina. Non si è mai visto che un presidente in carica intervenga così a gamba tesa ed esprima le proprie posizioni politiche prima della campagna elettorale. Ma se vogliamo andare anche oltre a questo, il problema è che il loro entrare a gamba tesa oltretutto non è funzionale a un processo unitario ma è funzionale alla divisione finiscono per avere una doppia colpa”.

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