“Alla salute di chi vuole male!”. Matteo Salvini, con una fetta di anguria in mano e indosso la canotta della Pallacanestro Cantù, scrive queste parole su Facebook, dopo una giornata segnata da una conferenza stampa in cui si è tolto più di un sassolino dalla scarpa. Succede all’indomani del voto del Senato, che lo ha spedito a processo per il caso Open Arms.
Il leader della Lega è tornato a Milano Marittima. E resterà per un weekend lungo. Un’occasione per tirare un po’ il fiato dopo la batosta di Palazzo Madama e per trascorrere qualche giorno con il figlio maggiore e i suoi amici storici. In questi giorni, tra l’altro, è in programma la festa della Lega Romagna, in piazza dei Salinari, a Cervia. Ha dato forfait il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che su Facebook nel tardo pomeriggio ha scritto: “Il mio fisico mi ha avvertito: ‘Attilio prenditi qualche giorno di riposo’. Sono quindi costretto a disdire tutti gli impegni di oggi e domani e con estremo rammarico non potrò essere presente”. Per il presidente lombardo solo un collegamento video dal salotto di casa.
Stasera sera sul palco, invece, salirà il segretario del partito di via Bellerio. Che, dopo non aver risparmiato critiche, soprattutto, a Luigi Di Maio e a Matteo Renzi, difende il governatore lombardo, sotto inchiesta a Milano per frode in pubbliche forniture nell’ambito della vicenda camici. “È ridicola come la mia”, è la sintesi di Salvini a ‘7 Gold’, tv locale con cui si collega di buon mattino.
Il numero uno della Lega ‘scherza’ sul processo Open Arms, che si terrà a Palermo: “Spero di non trovare a processo un Palamara, un cugino o un’amante di Palamara“. E, dopo la sfida lanciata alla maggioranza giallorossa durante l’intervento in Senato sul voto contro di lui come un “regalo che mi fate”, ragiona sui prossimi appuntamenti elettorali: “Penso che le regionali di settembre saranno un voto vero e la Lega avrà un’affermazione che qualcuno si ricorda per qualche anno. Renzi e M5S saranno pesati dagli italiani, sono ottimista”. Non solo.
A chi lo descrive come di “umore nero”, poi Salvini replica: “Non mi conoscete, io sono felice e tranquillo, l’umore nero lo lascio volentieri a Renzi”. Il leader del Carroccio è convinto di essere nel giusto: “Il barcone per cui vado a processo è un barcone spagnolo che ha raccolto immigrati in acque libiche e maltesi, ha rifiutato di sbarcare in Spagna e ha voluto venire in Italia. È venuto in Italia e vado a processo io. Di Maio e Lamorgese non sanno di cosa parlano”. D’altronde, ai giornalisti segnala: “Mi hanno scritto 200 avvocati per mettersi a disposizione come difesa gratuita“. Ma Salvini punta i piedi anche su un altro elemento: “Era tutto concordato e condiviso” con “l’intero governo”, “c’era il totale accordo del presidente del Consiglio. Il divieto ingresso nelle acque italiane di questa nave spagnola era a firma mia, del ministro dei Trasporti Toninelli e del ministro della difesa Trenta, tre firme”. Ma è l’altro Matteo, ovvero Renzi, il suo ‘bersaglio’ preferito: “Renzi non mi cambia le giornate. Renzi cambia idea tre volte al giorno, che prima dica che è un processo ingiusto e poi vota per il processo”. Insomma, dal Papeete parte una nuova sfida. Se lo riporterà al governo è ancora molto presto per dirlo.