In qualche modo, le opposizioni cominciano a riprendersi dallo choc elettorale e da quello provocato dalla nascita (sotto i loro occhi impotenti) del govrno M5S-Lega guidato da Giuseppe Conte. Oggi, a Montecitorio, sia il Pd (Graziano Del Rio) che Forza Italia (Maria Grazia Gelmini) si sono fatti sentire dando la sensazione che, almeno su alcune questioni, addirittura, centrodestra e centrosinistra potranno trovare terreni comuni per opporsi al governo. Uno dei terreni (difficile da affrontare) potrebbe essere quello di cercare di “separare” Conte dai due partiti che lo sostengono, vellicando la voglia di autonomia del premier, attaccando uniti (ma anche divisi) sui singoli provvedimenti. La maggioranza, per carità, è ovviamente solidissima. Ma oggi si è visto che, almeno sul piano dialettico, argomenti ce ne sono: sia per la destra che per la sinistra.
Graziano Del Rio (Pd) – “Presidente Conte da parte del Pd lei avrà la comprensione di chi sa quanto è difficile governare ma non venga a parlare in aula di cose che non conosce. Non venga qui a fare lezioni, prima studi”. Il capogruppo del Pd alla Camera ha iniziato su toni abbastanza pesanti. Come si diceva, cercando anche di stanare Conte sulla questione dell’autonomia: “Se vuole rispettare la costituzione riprenda quel programma che ha sul tavolo e lo riscriva di suo pugno. Prenda la lista dei ministri e la riscriva di suo pugno perché quella era una sua prerogativa”.
Poi una frase molto dura sul populismo: “Tutti i grandi dittatori agiscono in nome del popolo. E’ l’istituzione che difende il popolo, è la Corte Costituzionale che difende il popolo. E’ il rispetto dell’equilibrio dei poteri che difende il popolo”. E sulla questione dell’equilibrio dei poteri: “Per decine di anni in quest’aula i politici che l’hanno frequentata hanno pensato che fossero le istituzioni e la divisione dei poteri a difendere il popolo e non le persone. E’ il rispetto della divisione dei poteri stabilita dalla Costituzione a tutelare il popolo”.
E sul programma: “Il vostro programma è pieno di promesse irrealizzabili. Un libro dei sogni che temiamo possano diventare incubi per le famiglie, le imprese e la credibilità del paese. Presidente Conte non cerchi avventure per avere l’applauso di quest’aula. Governare è difficile. L’emergenza vera non è l’immigrato che chiede l’elemosina ma non combattere l’evasione fiscale, le mafie, la corruzione. Non è l’immigrato la causa per cui i nostri giovani non trovano lavoro”
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