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“Otto mele marce per un milione”. Di Maio chiude “rimborsopoli”

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Restituzioni, non rimborsi. Soldi donati “un po’ meno”, non soldi rubati. Sono distinguo importanti e Luigi Di Maio ci tiene a sottolinearlo prima di elencare i nomi dei parlamentari che non hanno versato le cifre pattuite nel fondo per il microcredito per le Pmi e nel fondo di ammortamento dei titoli di Stato. I “traditori” sono in ordine di maggiore somma non donata: Ivan Della Valle, Girolamo Pisano, Maurizio Buccarella, Carlo Martelli, Elisa Bulgarelli, Andrea Cecconi, Silvia Benedetti ed Emanuele Cozzolino. Per loro c’è da subito “l’autoesclusione” dal M5S.

Il ‘buco’, come anticipato nei giorni scorsi, sfiora il milione di euro. I numeri sono quelli ricavati dall’incrocio fra i dati ricevuti dal Mef e quelli registrati sul sito dei Cinquestelle. “Abbiamo individuato un margine di errore tra i conti verificati e quelli dichiarati di circa il 2% ma non lo consideriamo perché dagli estratti conto verificati risulta che è tutto ok”, precisa Di Maio.

Ci sono poi “altre questioni”, di singoli parlamentari, sulle quali decideranno i probiviri. Non ci sono nella lista nera due nomi fatti dalla trasmissionee Le Iene, vale a dire Barbara Lezzi e Giulia Sarti. Di Maio ha voluto abbassare il sipario sulla vicenda ‘rimborsopoli’ nei due giorni di pausa a Roma prima di riprendere da domani in Toscana la seconda tappa del ‘rally’ che lo porterà il 2 marzo in piazza del Popolo a chiudere la campagna elettorale.

Il candidato premier è stato affiancato da Beppe Grillo che sul palco insieme a lui a Pomigliano d’Arco, lunedì, ha poi fatto tappa a Roma prima di salire sul treno diretto al Nord. Il garante si era detto “dispiaciuto” per i Cinquestelle – ormai ex – affetti dalla “sindrome compulsiva di donazione retroattiva tipica anche dei genovesi”, aveva detto ieri ‘l’Elevato’ in un videomessaggio. “Evidentemente ho sbagliato a fidarmi dell’essere umano però c’è tempo per rimediare”, ha confidato oggi Di Maio.

Ma il leader pentastellato non ci sta a fare il gioco degli avversari politici e lancia la “settimana dell’orgoglio Cinquestelle”, invitando i portavoce ad andare nei loro territori a mostrare i bonifici con le restituzioni dei loro stipendi da parlamentari. Sì perché il dato più importante certificato finalmente anche dalle istituzioni e in particolare dal ministero dell’Economia e Finanze è che il M5S ha restituito circa 23 milioni e 400mila euro.

“Non eravamo obbligati a farlo, ma li abbiamo donati perché avevamo preso un impegno nel 2013 con gli italiani”, dice Di Maio, rimandando la differenza con gli altri partiti. “Per noi le regole sono sacre e questa è la garanzia”. Quindi passa alla Top Five dei parlamentari più virtuosi, cioè quelli che hanno restituito di più. Il primo è uno dei ‘pizzicati’ dalle Iene vale a dire Massimiliano Bernini (334.398 euro). Di lui Di Maio dice “Abbiamo fatto le dovute verifiche: lui ci aveva segnalato i suoi errori in tempi non sospetti e li ha già ripianati”.

Luigi Gallo è il secondo che ha donato di più (279.884 euro). Seguono Giovanna Mangili, Carinelli Paola e Vincenzo Caso. Unico mistero rimasto, l’addio dell’eurodeputato Davide Borrelli, tra i fondatori dell’associazione Rousseau insieme a Davide Casaleggio. Di lui Di Maio dice: “Dovete chiedere a lui, io non l’ho neanche sentito, non mi ha risposto”.

E la motivazione di salute addotta in Europa sembra non bastare più. Tant’è che lo stesso europarlamentare svela su facebook: “Non ho problemi di salute e non ne ho mai accennato”. E dopo gli auguri al M5S – la sua “casa per 13 anni” – di una strada “costellata di ambiziosi traguardi e grandi successi”, annuncia: “Ora è arrivato per me il momento di cambiare percorso. Nella vita mi sono sempre occupato con grande intensità di imprenditori e risparmiatori. Per questo ho deciso di aderire ad un nuovo progetto: un movimento, che nascerà a breve, e che si occuperà proprio di imprenditori e risparmiatori. Lo devo a loro, lo devo alla mia vita”.

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