Il momento dell’avvicendamento all’Eliseo è arrivato. Oggi è il giorno del passaggio di consegne tra il presidente francese uscente, il socialista François Hollande, ed Emmanuel Macron, che nelle elezioni del 7 maggio ha battuto Marine Le Pen e da questo momento è ufficialmente presidente. “Il mondo e l’Europa hanno oggi più che mai bisogno della Francia, di una Francia forte, sicura del suo destino, di una Francia che porti alta la voce della libertà e della solidarietà, che sappia inventare il futuro. Il mondo ha bisogno di quello che i francesi hanno sempre insegnato, cioè l’audacia della libertà, l’esigenza dell’uguaglianza e la volontà della fraternità”, ha detto Macron nel suo discorso di insediamento all’Eliseo, “i francesi hanno scelto lo scorso 7 maggio la speranza e lo spirito di conquista. Il mondo intero ha guardato le presidenziali e si è chiesto se i francesi avrebbero deciso di ripiegarsi sul passato, se avrebbero lasciato la scena della storia e avrebbero ceduto allo spirito di divisione, invece il popolo francese ha abbracciato il futuro”.
L’INSEDIAMENTO. La cerimonia si snoda nel corso di tutta la giornata, con alle 9.45 la partenza di Macron dalla sua casa nel VII arrondissement di Parigi a bordo dell’auto ufficiale. Arrivo nel cortile dell’Eliseo alle 10 in punto, quando il presidente eletto viene accolto da Hollande in cima alla scalinata. Poi, un incontro di circa mezz’ora a porte chiuse tra i due per lo scambio dei segreti di Stato. Alle 10.30 la partenza di Hollande dall’Eliseo per andare nella sede del Partito socialista in rue de Solferino. Nel palazzo presidenziale, nel Salone degli ambasciatori, intanto, la vera e propria cerimonia di insediamento e nei giardini l’esecuzione della Marsigliese. Intorno alle 12 Macron all’Arco di trionfo incontra le forze armate deponendo dei fiori sulla tomba del milite ignoto. Infine la visita al Comune di Parigi e l’incontro con la sindaca Anne Hidalgo.
ATTENZIONE ALLE LEGISLATIVEDI GIUGNO. Intanto, l’attenzione è proiettata sulle legislative dell’11 e 18 giugno: superata la crisi con l’alleato centrista François Bayrou, Macron ha tenuto un discorso ai candidati della lista di La Republique En Marche, il suo partito. La crisi con Bayrou era scoppiata perché il leader di Modem si era lamentato della lista parziale presentata giovedì da La Republique En Marche, che era composta da 428 nomi sulle 577 circoscrizioni: Bayrou, in un’intervista al magazine L’Obs, aveva contestato che nella lista di Macron c’erano soltanto 35 nomi del suo partito Modem, mentre sosteneva che lui e Macron si fossero accordati per 120, cioè circa un quarto del totale. Ma nella tarda serata di venerdì lo stesso Bayrou ha annunciato di avere trovato un accordo “solido ed equilibrato” per l’integrazione della sua formazione Modem nella lista di Macron. Nonostante la denuncia iniziale, Bayrou ha assicurato che il problema non era di tipo “aritmetico” ma che il nodo centrale consisteva nel decidere “qual è il punto di equilibrio della maggioranza”. “Noi vogliamo che sia il centro e che non ci sia uno squilibrio da una parte o dall’altra”, ha detto il leader di Modem, alludendo al fatto che tra i 428 nomi presentati da Macron ci sono 24 ex deputati, tutti fuoriusciti dal Partito socialista.