“Guai a un Aventino: il Pd non si tira fuori, non starà a guardare. Non siamo portavoce di una visione aventiniana, daremo il nostro contributo da minoranza. Noi non ci tireremo indietro dal confronto, noi faremo le nostre mosse: contrattaccheremo. Se pensano di fare ora il secondo punto della campagna elettorale, noi non ci staremo. Anche io penso che un governo M5S-Lega sia pericoloso“. A parlare è il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, all’assemblea aperta di Sinistradem, convocata da Gianni Cuperlo. Che ha aggiunto: “Se l’appello dal Colle fosse a un governo condiviso per regole diverse e una nuova legge elettorale, io non credo che la soluzione sia l’Aventino. Qui non la pensiamo tutti allo stesso modo, lo so. Capisco meno chi auspica a un governo Lega-M5S ma noi siamo la sinistra, abbiamo sempre messo il bene delle persone al calcolo politico”, ha spiegato Cuperlo.
Un eventuale asse Lega-M5S preoccupa il entrosinistra che lo ha definito appunto “pericoloso”. È piena la sala al terzo piano della sede Pd in largo del Nazareno per l’assemblea aperta di Sinistradem convocata da Gianni Cuperlo, con il segretario reggente Maurizio Martina e i ministri Andrea Orlando e Carlo Calenda, arrivato in jeans. Ai cronisti che sottolineavano con ironia la durata del seminario (circa cinque ore previste), Martina ha replicato: “E’ un’iniziativa vera come è giusto che sia”. Per Orlando “un esecutivo M5S-Lega è un governo che può danneggiare il Paese. Il problema ora, rimesso anche alla saggezza del capo dello Stato, è costruire una soluzione che tenga conto delle spinte emerse dal voto e le temperi in qualche modo. Aventino escluso? Se significa non partecipare al gioco parlamentare che porta alle scelte delle cariche istituzionali, lo dobbiamo assolutamente escludere e credo che Martina abbia detto delle parole chiare. La proposta invece di far partire un governo o di centrodestra o del M5S è assolutamente irricevibile e non ha nulla a che fare con l’Aventino. È un modo di stare in Parlamento e di affermare il proprio punto di vista”.
Una lucida analisi della sconfitta quella con cui Gianni Cuperlo ha dato il via alla prima assemblea aperta del Partito democratico per ripartire “con coraggio”. “Dobbiamo avere bene impressa quella cartina dell’Italia ‘gialla-blu’ uscita dalle urne il 4 marzo – ha messo in guardia l’esponente di Sinistradem – Non abbiamo usato simboli, ma ha ragione Andrea: ogni cosa va ripensata dal basso. Bisogna ripensare la sinistra. Dobbiamo rifondare il partito con lo zaino in spalla – ha spiegato Cuperlo – L’altra causa della sconfitta è cosa è stata la stagione di Matteo Renzi a guida del partito e del Paese. Non è di abiure che abbiamo bisogno, Martina lo dico a te che hai questo difficile compito. Ho riconosciuto il disegno politico del renzismo: un presidenzialismo in un sistema politico parlamentare. Riconoscere l’impianto di quel disegno è un atto di onestà, ma l’Italia lo ha bocciato nelle urne il 4 marzo. Il mio problema non è mai stato Matteo Renzi, ma adesso è ora di superare il renzismo”.