Più popolare nei sondaggi di Renzi, Di Maio e Berlusconi, il premier Paolo Gentiloni ‘scende in campo’ per il Pd e annuncia la propria candidatura nel collegio uninominale di Roma 1 alla Camera.
Un collegio “non sicuro”, ci tiene a sottolineare. “Spero di contribuire al risultato del Pd e della coalizione con le liste Più Europa, Civica Popolare e Insieme”, butta lì nel suo stile low profile, precedendo di quasi un’ora l’annuncio di Emma Bonino che la sua lista correrà con il Partito democratico. Se il concetto non fosse chiaro, Gentiloni si dice sicuro che “il Pd e la coalizione di centrosinistra” hanno le “carte in regola” per vincere la doppia competizione – tra singoli partiti e tra coalizioni – prevista dalla nuova legge elettorale. Sarà una “campagna particolare”, che lo vedrà nel doppio ruolo di presidente del Consiglio super partes e candidato al Parlamento nelle fila del Pd.
“Sarò impegnato per far vincere il mio partito, come sempre hanno fatto i Presidenti del Consiglio – sottolinea quasi a voler parare i colpi di eventuali critiche -. Ma lo farò senza sottrarre nulla agli impegni di Governo che restano fondamentali anche in queste settimane e che è mio dovere assolvere”. E con il solito fair play, molto apprezzato dagli italiani, aggiunge: “Conto sulla comprensione degli elettori per il fatto che non mi sarà possibile essere presente ovunque e in tutte le occasioni”. Plaudendo alla decisione di “metterci la faccia” del premier, come più volte ha caldeggiato Matteo Renzi, lo stesso segretario del Pd ricorda come Gentiloni “fa anche il presidente del Consiglio e naturalmente nei prossimi 43 giorni di campagna elettorale dovrà dedicare innanzitutto la propria attenzione all’Italia”.
Intervenendo a Sky Tg24, Renzi assegna al governo Gentiloni un “voto molto alto”. E scherza: “Si può essere del Pd senza litigare, si può stare nella sinistra senza litigare”. “Io e Gentiloni non abbiamo bisogno di parole per capirci, ci conosciamo da qualche anno – spiega parlando del suo rapporto con il premier – Abbiamo caratteri diversi. Se io cercassi di ‘gentilonizzarmi’ e lui di ‘renzizzarsi’ faremo una frittata. Abbiamo due caratteri diversi e due modi diversi di governare ma abbiamo stima reciproca”. Gentiloni si conferma così la ‘seconda punta’ del Pd, a fianco di Matteo Renzi nella campagna verso le elezioni. Il presidente del Pd Matteo Orfini twitta: “Bravo Paolo, un esempio per tutti”.
La stessa Bonino riconosce il lavoro svolto dall’ultimo esecutivo in Europa: “Il Pd al Governo con Gentiloni e grazie a ministri come Padoan e Calenda ha tenuto la barra delle riforme e dei conti pubblici dritta sulla rotta di Bruxelles”. Lavoro, Europa, inclusione sociale, sicurezza, ambiente, diritti sono i temi al centro del programma con cui la coalizione di centrosinistra a trazione Pd si presenterà alle elezioni, riassume il premier.
E qualche ora dopo gli fa eco Renzi: Martedì elencheremo una per una le proposte del Pd, dal portare il rapporto debito pubblico/Pil al 100% in dieci anni, abbassandolo, fino alle misure per la famiglia, che sono state forse il tassello mancante di questi anni”. Anche Gentiloni pensa in grande, è convinto che “dopo gli anni della crisi” si sia aperta “una nuova fase di speranza per l’Unione Europea”. “L’elettore democratico e progressista – e in generale quanti scommettono sul buon governo – hanno una proposta credibile su cui puntare”. Parola di Gentiloni.