Dieci giorni dopo il voto la nebbia sullo scenario italiano non sembra diradarsi. E se da un lato il leader della Lega Matteo Salvini e il candidato premier del M5S Luigi Di Maio si avvicinano, nel Pd il post-Renzi continua.
Sull’idea di un governo ‘con tutti’ per fare le riforme targata Dario Franceschini, la posizione di Matteo Orfini, presidente Pd, è netta. “Mi sembra un’ipotesi di scuola, nel senso che non mi pare che ci sia la disponibilità delle principali forze del Paese, di quelle che hanno vinto le elezioni e che richiedono di fare un governo politico”, dice intervistato a LaPresse a margine di un dibattito al circolo Pd Trionfale-Mazzini a Roma.
L’esponente dem conferma quanto detto domenica scorsa ospite su Rai3, aggiungendo che “l’onere della proposta sta a chi ha vinto e siccome c’è la rivendicazione del risultato, a noi spetta di fare opposizione, come detto in direzione, al governo che nascerà (se lo farà) fatto da chi ha vinto le elezioni”. Niente governo quindi, ma in attesa del voto dei presidenti di Camera e Senato rimane sul tavolo la questione dei capigruppo a Montecitorio e a Palazzo Madama. “Io non penso che possiamo partire considerando il tasso di vicinanza a Renzi come un difetto o un pregio. Ci sono personalità che hanno la caratteristiche per fare i capigruppo, è giusto che ci sia una collegialità, ci siamo tutti assunti come impegno di ragionare collegialmente – chiarisce Orfini – Poi questo non vuol dire accettare veti sui nomi, ma questo nessuno lo ha fatto. Orlando ha detto di non volere porre veti su nessuno”. Il presidente dem infine assicura sorridendo: “Sentirò sicuramente anche Renzi nei prossimi giorni”.