Napoli, 30 ottobre, hotel Ramada, da sempre luogo d’incontro del Pd napoletano. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, incontra circa 300 amministratori locali sollecitandoli a impegnarsi per il Sì al referendum del 4 dicembre. Un discorso ‘accorato’ in cui l’ex sindaco di Salerno usa espressioni colorite, un linguaggio cui chi lo conosce è abituato. Ma stavolta quelle parole sembrano più gravi. Indicando Franco Alfieri di Agropoli,”notoriamente clientelare”, dice De Luca, spiega che “come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale, come Cristo comanda. Che cosa bella”. E continua: “L’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il Sì. Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”.
“In questo momento abbiamo un’interlocuzione privilegiata con il governo. Poi vi piace Renzi, non vi piace Renzi a me non me ne fotte”, dice in quell’occasione il governatore campano, come registrato dagli audio diffusi dal Fatto Quotidiano. “Noi non abbiamo mai avuto un accidente di niente, né coi governi di centrodestra, né di centrosinistra. Abbiamo fatto una chiacchierata con Renzi. Gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati – continuava – Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e ha detto sì: lui era terrorizzato per la reazione della Lega ma alla fine ce l’ha dato, nonostante la Ragioneria e De Vincenti. Abbiamo promesse di finanziamenti per Caserta, Pompei, Ercolano, Paestum. Sono arrivati fiumi di soldi: 2 miliardi e 700 milioni per il Patto per la Campania, altri 308 per Napoli, nonostante qualche squinternato. Ancora 600 milioni per Napoli. Che dobbiamo chiedere di più?”.
La vicenda finisce su tutti i giornali. Il primo ad annunciare l’esposto in procura è Roberto Calderoli, Lega Nord. Il senatore di Idea Carlo Giovanardi si appella all’antimafia di Rosy Bindi. In procura a Napoli vanno anche i consiglieri regionali del M5s. E la polemica monta pochi giorni dopo, quando spunta un emendamento alla manovra per consentire ai presidenti di Regione di fare i commissari alla Sanità e scoppia lo scontro alla Camera. Parte all’attacco il Movimento 5 stelle, che accusa il Governo di voler fare un regalo al presidente della Campania, premiandolo per il suo impegno nella campagna referendaria.
In un question time alla Camera, Angelino Alfano si trova a rispondere sulla questione. “Le parole del presidente De Luca si iscrivono nell’ambito di una campagna elettorale che lui ha voluto promuovere, ma la spesa pubblica è sottoposta a regole e a monitoraggio molto stringenti”, ricorda, e poi sottolinea: “Quel linguaggio l’ha portato anche a vincere”.
Dopo la pubblicazione dell’audio la commissione Antimafia aveva chiesto informazioni alla Procura di Napoli per capire se ci fossero i presupposti per una propria iniziativa. “Ci rende curiosi conoscere l’iter previsto sul reato di battuta e come evolverà la crociata del calamaro”, fu il commento dell’interessato. Che poi si era difeso in una nota: “Come un anno e mezzo fa, con una puntualità cronometrica, anche oggi alla vigilia di un voto importante, viene costruita, sul nulla assoluto, una campagna di aggressione mediatica inaudita. Si ha paura del voto in Campania, che oggi come alle regionali,è politicamente decisivo. Allora, i promotori di quella campagna si sono coperti alla fine di vergogna e noi abbiamo camminato a testa alta. Così succederà anche oggi”.
L’inchiesta in Procura intanto è andata avanti e da un fascicolo senza ipotesi di reato si è passati a uno con l’indicazione di un reato ben preciso, istigazione al voto di scambio.