Nessun lancio di sassi contro i bambini. L’eritreo, ferito dopo la rissa tra i residenti del Tiburtino III e i migranti ospiti del presidio di via del Frantoio, è stato ascoltato ieri sera in ospedale dagli investigatori, con il supporto di un interprete. Il 40enne, secondo quanto si apprende, avrebbe negato di aver lanciato sassi ai bambini, spiegando di essersi limitato a fare solo il gesto di scagliare le pietre. Intanto ieri in Procura sul caso è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti per la rissa.
“Questa signora, che in quartiere tutti conoscono ha chiesto una sigaretta all’eritreo, che spesso raccoglie cicche per strada, poi la donna, che si accompagnava al nipote di 12 anni, si è molto arrabbiata e il ragazzino che era con lei ha conficcato un pezzo di ferro nella schiena del migrante”, rivela a SkyTG24 un testimone oculare della rissa. “Gli altri eritrei del centro hanno chiuso i cancelli in attesa dell’arrivo dei carabinieri”, continua il testimone. Smentita quindi la versione della donna che diceva di essere stata sequestrata all’interno del centro.