Il 71esimo Festival di Sanremo si avvia verso la conclusione e ha il suo primo vincitore. E’ Gaudiano con ‘Polvere da sparo’. Secondo posto per Davide Shorty con ‘Regina’. A seguire Folcast con ‘Scopriti’ e Wrongonyou con ‘Lezioni di volo’. A decretare il vincitore sono state le tre giurie: televoto 34%, giuria demoscopica 33%, sala Stampa 33%. “E’ eccezionale quello che è successo. Dedico questa canzone a mio padre, alla mia famiglia, alle persone che mi hanno permesso di essere qui. Due anni fa mio padre è andato via, ma adesso lo sento qui con me”, commenta a caldo Gaudiano ritirando il premio. A consegnare il premio il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che coglie l’occasione per dire: “Era un festival difficile, con il vostro coraggio avete riempito quelle poltrone vuote. Spero che questi ragazzi simboleggino la vita che riparte per tanti giovani che da un anno sono chiusi nelle loro case. Avete fatto sorridere anche qualcuno che vi guarda dagli ospedali. Credo che, al di là delle critiche, sia stata un’opera ben fatta. Bravi”. Per quanto riguarda i premi dei giornalisti, invece, quello della critica Mia Martini assegnato dalla sala stampa va a Wrongonyou per ‘Lezioni di volo’, quello della sala stampa Lucio Dalla va a Davide Shorty per ‘Regina’.
Per la quarta sera torna sul palco Achille Lauro con il suo quadro ‘punk rock’. Per l’occasione canta le due canzoni con le quali è stato protagonista alla kermesse: ‘Me ne frego’ e ‘Rolls Royce’. Prima, però, Lauro, vestito di piume bianche, scende le scale sulle note dell’Inno di Mameli con la bandiera tricolore a spalle. Ad aspettarlo al fondo il suo socio Boss Doms. A quel punto parte la marcia nuziale e i due si baciano a centro palco. Poi ‘Me ne frego’, con la quale ha partecipato al Festival nel 2020, e a seguire ‘Rolls Royce (Sanremo 2019). Con lui sul palco Fiorello con in testa una corona di spine e il rossetto nero. Quando Achille Lauro e Boss Doms se ne vanno, Fiorello rimane sul palco pietrificato. “Lo conosco da 35 anni ma così non l’avevo mai visto”. “Non posso parlare – dice Fiore -, sono un quadro di Achille Lauro. Portatemi via”. E lo portano via i tecnici. “Sono il Punk Rock – recita il monologo introduttivo -. Icona della scorrettezza. Purezza dell’anticonformismo. Politicamente inadeguato. Cultura giovanile. San Francesco che si spoglia dai beni, Elisabetta Tudor che muore per il popolo. Giovanna D’Arco che va al rogo. Prometeo che ruba il fuoco agli dèi. Sono un bambino con la cresta, Un uomo con le calze a rete, Una donna che si lava dal perbenismo e si sporca di libertà. Sono l’estetica del rifiuto, Il rifiuto dell’appartenenza ad ogni ideologia. Sono Morgana che tua madre disapprova. Contro l’omologazione del ‘si è sempre fatto così’. Sono Marilù. Dio benedica chi se ne frega”.
Alla co-conduzione della serata il direttore d’orchestra Beatrice Venezi, per la parte delle nuove proposte, e Barbara Palombelli. Torna Zlatan Ibrahimovic, mentre fra gli ospiti Mahmood torna sul palco che l’ha reso celebre con un medley di ‘Rapide/Inuyasha/Barrio/Calipso/Soldi’.