Il ministro degli Esteri e vicepremier Tajani si dice “garantista” nei confronti delle persone coinvolte nella vicenda di possibili tangenti e corruzione che ha travolto il Parlamento Ue.
“Sono un garantista, lo sono con tutte le forze politiche che vengono coinvolte in vicende anche scabrose come questa. Purtroppo trovare a casa del vicepresidente del Parlamento europeo soldi contanti non è un bell’esempio, però io difendo anche le istituzioni. Non dobbiamo confondere assistenti coinvolti in epidosi di corruzione con l’istituzione. Non dobbiamo per questo favorire chi vuol colpire le istituzioni comunitarie”, ha detto Tajani in un punto stampa a margine del Consiglio Esteri a Bruxelles.”Bene ha fatto la presidente Metsola a intervenire immediatamente a difesa delle istituzioni favorendo il corso della giustizia ma ripeto: un conto sono i parlamentari o gli assistenti che possono aver commesso atti di funzione inaccettabili, vergognosi, assolutamente da condannare però non va confusa la persona, perché la responsabilità è personale, quella penale, non c’è responsabilità dell’istituzione“, ha aggiunto. “Prima di condannare una persona bisogna aspettare l’esito delle attività giudiziarie. Tutto lascia pensare, essendo stati colti in flagrante che abbiano delle responsabilità gravi, però non bisogna strumentalizzare e bisogna difendere l’istituzione”, ha concluso.
Parole dure dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Le accuse contro la vicepresidente del Parlamento europeo destano la massima preoccupazione, sono molto serie. È una questione di fiducia delle persone nelle nostre istituzioni. E questa fiducia nelle istituzioni di domani richiede i più elevati standard di indipendenza e integrità”, ha affermato von der Leyen in una conferenza stampa col il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) Fatih Birol. “Ho proposto la creazione di un organismo etico indipendente che copra tutte le istituzioni dell’Ue e che stabilisca lo status più elevato per tutte le istituzioni. È importante che io abbia scritto questa lettera non solo al Consiglio e al Parlamento europeo, ma, ad esempio, anche alla Corte di giustizia europea, la Bce, la Corte dei conti europea. Ho inviato questa lettera a marzo, la vicepresidente Jourova sta attualmente discutendo con il Parlamento europeo e il Consiglio la via da seguire”.