La clonazione di due nuovi primati, con la stessa tecnica utilizzata per la pecora Dolly, ci avvicina di un passo alla clonazione umana. Poteva la Chiesa italiana restare in silenzio? Da Bassetti a Galantino, passando per l’ex presidente Bagnasco, dalla Cei è stato un grido unanime: basta delirare, ci sono soglie che non si possono oltrepassare.
Anche l’Osservatore Romano dedica un lungo servizio alla vicenda, che “pone, naturalmente – si legge in taglio centrale a pagina 3 -, questioni molto delicate dal punto di vista etico. Gli stessi autori del lavoro sottolineano l’importanza della definizione di standard che regolamentino la ricerca nel campo”.
Non è il primo caso di clonazione di primati non umani, ma questa volta gli scienziati cinesi hanno utilizzato la tecnica del trasferimento nucleare che finora, sulle scimmie, non aveva dato alcun risultato. A differenza di altri mammiferi, questi animali si erano rivelati resistenti alla clonazione. Con questa tecnica, si rimuove il nucleo da una cellula uovo e si sostituisce con il nucleo di una cellula somatica del donatore, che si sviluppa, fino a diventare un vero e proprio clone del donatore.
“Venga prima il rispetto della persona, che è frutto di amore e non di laboratorio”, commenta il segretario dei vescovi italiani, Nunzio Galantino. “Ci sono delle soglie che sono invalicabili – afferma il presidente Bassetti -, non perchè le abbiamo decise noi uomini, ma perché le ha decise il Creatore e ha messo un Dna nella materia e nella vita umana. Quando si scardinano certe leggi fondamentali è pericoloso”. Persino l’ex presidente Bagnasco torna a spendere qualche parola sulla vicenda, definendola un “delirio di onnipotenza” che si sta diffondendo in occidente, “nella nostra cultura”.