C’è stata una risposta all’attacco chimico avvenuto a Duma, nella regione siriana del Ghouta orientale, che ha provocato oltre 100 morti. Sulla base aerea siriana tra le città di Homs e Palmira sono state lanciate delle bombe: il raid ha colpito l’aeroporto militare T-4 conosciuto come Tiyas, uccidento 14 combattendi, di cui alcuni militari iraniani.
L’attacco arriva a poche ore dalla promessa di Stati Uniti e Francia di impegnarsi “in una risposta forte e comune”, entrambi però negano un proprio coinvolgimento nel raid. Il Pentagono ha assicurato che le forze armate statunitensi “non stanno conducendo raid aerei sulla Siria”, mentre il colonnello Patrik Steiger, portavoce delle forze armate francesi ha dichiarato: “Non siamo stati noi”.
Il presidente americano Donald Trump e l’omologo francese Emmanuel Macron avevano “vivamente condannato l’orribile attacco” nel Ghouta orientale e avevano ritenuto che il presidente siriano Bachar al Assad dovesse essere “considerato responsabile delle continue violazioni dei diritti umani”. Dopo una telefonata, i due leader hanno “concordato di scambiarsi informazioni sulla natura degli attacchi e di coordinare una forte risposta comune”.