Il presidente della Slovacchia, Andrej Kiska, ha accettato le dimissioni presentate ieri dal premier Robert Fico e chiederà all’attuale premier Peter Pellegrini, membro del suo stesso partito Smer-SD, di formare un nuovo governo. Lo ha annunciato Bela Bugar, capo del partito di centro-destra Most-Hid che è membro della coalizione di governo. “Affiderò a Pellegrini la formazione di un nuovo governo, dal momento che ho ricevuto le dimissioni dal governo attuale di Fico”, ha dichiarato Kiska ai giornalisti al termine di un incontro con il vice primo ministro.
Fico ha deciso di dimettersi sulla scia della crisi politica e delle imponenti manifestazioni di strada seguite all’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova, trovati senza vita il 25 febbraio nella loro casa vicino Bratislava, uccisi a colpi di arma da fuoco. Quando è stato ucciso, Kuciak stava realizzando un’inchiesta, pubblicata poi postuma incompleta, sulle relazioni fra imprenditori italiani sospettati di essere legati alla ‘ndrangheta e uomini politici slovacchi, compresi membri dell’entourage del primo ministro.
“Smer-SD, in quanto partito più forte della coalizione (il partito di Fico ndr.) presenterà un candidato per il ruolo di primo ministro. Il presidente l’ha accettato”, ha dichiarato ai giornalisti Bela Bugar, aggiungendo che ritiene che il nuovo esecutivo conterà almeno cinque nuovi membri. “Un terzo del governo sarà sostituito”, ha detto. Una dichiarazione del capo dello Stato è attesa a metà giornata.
Il presidente Kiska aveva chiesto o elezioni anticipate o un profondo rimpasto di governo per porre fine alla crisi. Due membri del governo Fico e del suo partito si erano già dimessi a seguito dell’omicidio di Kuciak: prima il ministro della Cultura Marek Madaric e poi il ministro dell’Interno Robert Kalinak. Secondo i media slovacchi, potrebbe succedere a Fico l’attuale vice premier, Peter Pellegrini, anche lui dello Smer-SD. La coalizione di governo è composta da: Smer-SD di centro-sinistra di Fico; Most-Hid di centro-destra, vicino alla minoranza ungherese, guidato da Bela Bugar; e Partito nazionale slovacco Sns, di destra nazionalista, guidato da Andrej Danko.
Il 1° marzo scorso la polizia aveva fermato sette italiani citati nel lavoro di Kuciak, ma li aveva rilasciati 48 ore dopo. Uno di loro, Antonino Vadalà, è stato poi fermato di nuovo il 13 marzo, stavolta in esecuzione di un mandato d’arresti europeo su richiesta di una Corte di Venezia “per un reato di traffico di droga compiuto da un gruppo criminale organizzato di dimensioni internazionali”, ha riferito la procura slovacca.