Nel corso delle prime ore della mattina a Bosanka Gradiska, località a circa 40 km da Banja Luka, la polizia bosniaca ha individuato e arrestato, in esecuzione di provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità Giudiziaria di Roma, Renato e Jonson Seferovic , due delle persone che nello scorso maggio, nel quartiere di Centocelle a Roma, causarono il rogo della roulotte nella quale morirono due bambine di 4 e 8 anni e una ragazza di 20 anni.
I due sono stati individuati a seguito di attività investigative condotte dalla Polizia di Stato Squadra Mobile di Roma che, in stretta collaborazione con lo S.C.I.P. , Servizio cooperazione internazionale di polizia, ha seguito le loro tracce fino in Bosnia. Sabato, i due fratelli Serif e Andrea Seferovic, sono stati arrestati a Torino con le stesse accuse.
Lo stesso servizio ha avviato uno scambio informativo con il collaterale servizio bosniaco al fine di addivenire alla loro cattura, richiedendo in tal senso l’accredito di personale della Squadra mobile romana presente sul posto al momento della cattura con l’ufficiale di collegamento del competente Dipartimento della P.S. Il provvedimento restrittivo è stato adottato anche per fini estradizionali e la posizione dei due fermati è ora al vaglio delle autorità bosniache. Nei giorni scorsi a Torino erano stati arrestati dalla Squadra Mobile di Roma altri due coautori dello stesso reato.
Il 10 maggio scorso, nel parcheggio del centro Commerciale Primavera di Piazza Mario Ugo Guatteri, periferia est di Roma, si è sviluppato l’incendio del camper in sosta con all’interno le tre sorelle Halilovic, Elisabeth, Francesca e Angelica, i loro genitori e altri otto fratelli. Nel rogo morirono le tre giovani, di 4, 8 e 20 anni, che non fecero in tempo ad uscire dal veicolo. Con i video delle telecamere di sorveglianza e le testimonianze raccolte dai genitori delle vittime, scampati al rogo con i loro altri otto figli, la squadra mobile ha ricostruito quanto accaduto. Gli Halilovic avevano raccontato di aver subito pesanti minacce dai Seferovic dopo liti violente avvenute all’interno del campo nomadi che avevano abbandonato dopo aggressioni e danneggiamenti.