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Stadio della Roma, Raggi di nuovo in procura. Di Maio: “Lanzalone in Acea? Fu premiato il merito”

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Virginia Raggi sentita ancora una volta in procura: due audizioni come testimone in quattro giorni, dopo l’arresto per corruzione dell’ex collaboratore, esperto di ‘vicenda stadio’, Luca Lanzalone. Secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, alla sindaca, sentita per 45 minuti, sarebbero stati chiesti chiarimenti su fatti emersi negli ultimi giorni e successivi alla precedente convocazione.
Non è escluso che gli inquirenti siano tornati sul rapporto tra il Campidoglio e Lanzalone che venerdì scorso è stato interrogato dal gip proprio nelle ore in cui Raggi veniva sentita dai magistrati.

Intanto gli inquirenti continuano a lavorare sui materiali acquisiti durante le perquisizioni della scorsa settimana ed entro mercoledì arriveranno le prime decisioni del giudice sulle istanze di scarcerazione avanzate dalle difese per i nove arrestati.

Con promesse di denaro, consulenze e assunzioni, il gruppo di Luca Parnasi, secondo l’ipotesi investigativa, si assicurava che il progetto dello stadio della Roma proseguisse senza intoppi il proprio iter tra Comune e Regione. Secondo la procura il gruppo avrebbe tentato di ‘oliare’ i vari passaggi dal 2017 in poi, con una corruzione che la gip Maria Paola Tomaselli definisce “sistemica”.

Luca Lanzalone (arresti domiciliari) che seguì per la giunta Raggi tutta la mediazione per arrivare al nuovo progetto, avrebbe ricevuto promessa di incarichi del valore di 100mila euro per il suo studio legale. A Michele Civita (arresti domiciliari), consigliere regionale ed ex assessore nelle giunte Zingaretti prima alla Provincia e poi alla Regione, sarebbe stata promessa l’assunzione del figlio in una società del gruppo Parnasi. Adriano Palozzi (arresti domiciliari), di Forza Italia, vicepresidente del Consiglio Regionale, avrebbe ricevuto 25mila euro attraverso una fattura per operazioni inesistenti. Associazione a delinquere, corruzione, traffico di influenze, frodi fiscali, finanziamenti illeciti. Questi i reati contestati, a vario titolo, alle nove persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta e tra i 16 indagati figurano anche il capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, e l’ex assessore e oggi consigliere di Forza Italia Davide Bordoni.

Secondo gli inquirenti, nel rapporto tra il costruttore Luca Parnasi e l’ex presidente di Acea Lanzalone è il nodo della “corruzione sistemica” che ruota attorno al progetto stadio.
I due, scrive la gip Mafia Paola Tomaselli nell’ordinanza, “procedono all’unisono elaborando insieme strategie che attengono al progetto”.
La stretta collaborazione, fa diventare Lanzalone “un soggetto indispensabile per realizzare i progetti” del costruttore, tanto che Parnasi lo soprannomina ‘Mr Wolf’, citando il personaggio che risolve tutti i problemi nel film ‘Pulp Fiction’.

DI MAIO: “IL PRIMO DEGLI SCONTENTI SONO IO” – Intanto anche Luigi Di Maio torna a commentare la vicenda Lanzalone. “Il primo ad essere scontento sono io”, dice il ministro del Lavoro e vicepremier in un’intervista all’Huffington Post. “Nelle intercettazioni – continua – ho letto che c’erano molte persone che andavano in giro a parlare a nome mio, altri che si autodefinivano ‘il mio braccio destro’. Una roba alla ‘Mi manda Picone’, per citare il famoso film di Nanni Loy. Ma sono anche consapevole che abbiamo tutte le risorse per superare questa situazione. E soprattutto rimandiamo al mittente tutte le critiche di un’opposizione, che è coinvolta in prima persona nell’inchiesta”.

“Non rinnego – continua – che Lanzalone sia una persona che ci ha dato una mano su dossier importanti. Ma quando si sfocia in un meccanismo per il quale le persone si accreditano usando il mio nome, ecco questo mi preoccupa, perché potrebbe valere per chiunque. In un ambiente tra l’altro a me estraneo. Io non ho mai conosciuto Parnasi, non ho mai avuto niente a che farci, mentre da quel che leggo diceva di star facendo il governo per me”. 

In merito al ruolo dell’avvocato Lanzalone in Acea, Di Maio spiega: “Quello che è stato premiato è stato il merito. Una persona che gestisce il concordato in continuità di una partecipata a Livorno che stava morendo in maniera brillante, e che a Roma viene individuata come riferimento dalla sindaca, va premiata, ma perché è il merito ad esserlo. Non c’è nessun premio politico”. Nel colloquio il vicepremier sottolinea anche che “la sindaca Raggi lo aveva individuato come presidente di Acea“.

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