Ai domiciliari l’ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, arrestata questa mattina dal Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Milano e dalla Compagnia di Busto Arsizio. Ai domiciliari è finito anche l’amministratore delegato dei supermercati Tigros, Paolo Orrigoni, mentre per il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale si sono spalancate le porte del carcere. Le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, truffa e finanziamento illecito.
Si tratta della prosecuzione dell’inchiesta “Mensa dei poveri” che il 7 maggio scorso portò a 43 provvedimenti cautelari tra gli altri, nei confronti dell’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, del consigliere lombardo di FI Fabio Altitonante e dell’allora candidato alle Europee Pietro Tatarella. Nell’inchiesta sono emersi ulteriori reati di corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illecito finanziamento ai partiti e ai politici, realizzato da amministratori locali, imprese e professionisti a vario titolo coinvolti nell’indebito drenaggio di risorse pubbliche di società e/o enti a partecipazione pubblica.
Gli indagati si sarebbero avvalsi di false fatturazioni tra imprese, dell’attribuzione da parte di società pubbliche di incarichi di consulenza fittizi, inutili o solo formali, per occultare il pagamento del prezzo della corruzione e ottenere favori nelle procedure amministrative.
Le indagini riguarderebbero in particolare fatti corruttivi tesi a far ottenere a un imprenditore varesino il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area, da industriale a commerciale, nell’ambito della variante generale al Piano di Governo del Territorio di un Comune del varesotto in fase di approntamento, per potervi edificare un’attività commerciale. Inoltre professionisti e imprese compiacenti ottenevano fittizi incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di parte del corrispettivo incassato a fronte dell’incarico stesso.
È stata anche posta in essere una truffa ai danni del bilancio dell’Unione europea in relazione a fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento europeo, al fine di creare surrettizie provviste di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota parte del corrispettivo liquidato. Accertati anche illeciti finanziamenti erogati da un imprenditore bresciano a un candidato alle elezioni europee del 26 maggio scorso e l’emissione di fatture false, allo scopo di occultare i predetti reati.