L’intera opera sull’alta velocità della Torino-Lione “va ridiscussa”. Lega e M5S trovano la quadra sulla Tav e già giovedì 21 febbraio, alla ripresa del lavori alla Camera, la maggioranza presenterà una mozione condivisa che praticamente la rimette in discussione. Il testo, non ancora disponibile, sarà depositato direttamente in aula a Montecitorio, dove Forza Italia e Pd hanno già presentato due mozioni che impegnano, invece, il governo a portare avanti il progetto della Tav. L’accelerazione è arrivata nel pomeriggio di mercoledì, quando la capogruppo azzurra, Maria Stella Gelmini, intervenendo durante i lavori dell’assemblea, ha annunciato il ritiro degli emendamenti alla ddl che introduce il referendum propositivo per permettere, così, l’ok in breve tempo e poter discutere le mozioni sulla Tav.
Il governo messo alle strette, con poche ore a disposizione e il rischio di spaccarsi, fa filtrare che ci sarà un documento condiviso, che al momento è solo una pagina bianca, e che in sostanza riprende quanto messo nero su bianco nel contratto di governo: Con riguardo alla linea ad Alta velocità Torino-Lione ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia. Nella mozione non sarà quindi menzionata nè l’analisi costi-benefici commissionata dal Mit, nè tempi e modi di questa ‘ridiscussione’. Uno stratagemma, insomma, per uscire dall’imbarazzo, ma che non risolve il problema e molto probabilmente condanna la Tav a un altro stop. Dalla Lega fanno filtrare la loro posizione “non cambia”, insomma il sì alla Tav è granitico. Si tratta viene, spiegato “solo di valutare come realizzare l’opera” ma la Torino-Lione si farà.
La parola “ridiscussione” fa saltare sulla sedia Sergio Chiamparino che lapidario parla di”pietra tombale sulla Torino-Lione” e annuncia che: “Interpellerò subito il Consiglio regionale perché attivi la procedura della consultazione popolare, in modo che i piemontesi possano dire forte e chiaro cosa pensano della TAV e del loro futuro”. A fare eco al governatore i rappresentanti del sistema delle imprese, del lavoro, della cooperazione e delle professioni di Torino e del Piemonte: “La presentazione di una mozione alla Camera che impegna il Governo a ridiscutere la Tav Torino-Lione è un atto che va contro gli interessi del territorio e del Paese. Si tratta soprattutto di un passo che danneggia le imprese e i lavoratori e che va contro le necessità di crescita dell’economia e dell’occupazione, oltre che minare le prospettive di sviluppo per il nostro territorio e l’Italia”. Scontenta anche Giorgia Meloni, che tuona contro l’esecutivo: “La maggioranza grillo-leghista con due righe di una mozione parlamentare contro la Tav decide di condannare l’Italia a far parte del Terzo mondo del commercio mondiale e consegnando la nostra Nazione all’arretratezza e alla povertà”. Ad andarci giù pesante Emanuele Fiano del Pd: “La Lega, avuta in regalo l’assoluzione di Salvini, decide di bloccare la Tav. Dà un calcio alla propria propaganda, alle promesse e alle manifestazioni”. Con la mozione di maggioranza, avverte: “L’Italia butta via miliardi, sviluppo, posti di lavoro. Per un processo scansato. Per una poltrona salvata”.