Il fondo Elliott reagisce dopo le dimissioni in blocco del cda di Tim, che ieri ha visto decadere l’intero board in seguito all’addio di 8 consiglieri su 15. Elliott, si legge in una nota, “non è stato sorpreso dall’aver visto le dimissioni di sette membri del board affiliati a Vivendi. Incapace di avanzare argomentazioni meritevoli, il consiglio ha semplicemente abbandonato i propri posti per prendere tempo. Elliott considera questa azione cinica e egoista, in quanto ritarda la possibilità degli azionisti di Telecom Italia di esprimere i propri voti in occasione della prossima assemblea generale”.
Vivendi e il fondo Usa avrebbero dovuto affrontarsi all’assemblea del prossimo 24 aprile, ma la mossa del gruppo francese ha rinviato le decisioni all’assemblea del 4 maggio, quando dovrà essere rinnovato il board.
“Questo è un altro esempio di come i diritti delle minoranze in Telecom Italia siano cancellati e della continua indifferenza alla migliore prassi di corporate governance”, si legge ancora nel testo pubblicato dal fondo Usa. “Vivendi – prosegue il fondo – dovrebbe prendere nota della quarantennale esperienza di Elliott nella creazione di valore aggiunto per le società”. “La storia degli investimenti di Elliott in Telecom Italia risale al 1999, molto prima che Vivendi diventasse azionista della società”, conclude il fondo americano.