Bastano pochi centimetri di neve per paralizzare una città? A Roma sì. Certo, la Capitale, per clima e posizione geografica, non è preparata come lo sono tante altre città grandi e piccole dove una nevicata non è un evento eccezionale. Il manto che ha avvolto la città, in effetti, non si vedeva da sei anni all’ombra del Cupolone.
Fra il 3 e il 4 febbraio del 2012 in città caddero circa 20 centimetri di neve: strade paralizzate, caos trasporti pubblici, con l’amministrazione comunale – allora guidata da Gianni Alemanno – sotto accusa per non aver saputo mettere in campo un piano per gestire l’emergenza. Ma l’evento, tra tante peripezie dovute soprattutto alle condizioni delle strade, regalò anche ore di divertimento ai romani, che il sabato mattina si riversarono in centro – chi riuscì ad arrivarci, ovviamente – per giocare a palle di neve a piazza Venezia o ammirare il Colosseo imbiancato.
Prima di allora ci fu qualche spruzzo nel 2010 e nel 1999, ma niente di paragonabile: per una nevicata vera e propria bisogna tornare indietro al 6 febbraio 1991. Fiocchi bianchi pure nel 1985, poi andando ancora a ritroso, ci fu la ‘grande nevicata’ del febbraio 1986, con accumuli di 25-30 centimetri, e quelle del 1965 e del 1956.
Insomma, la neve a Roma è sempre vissuta con un mix di panico, disorganizzazione e divertimento, come un evento raro anche se poi così raro non è. Tanto che la neve è protagonista di una delle sue leggende: si narra infatti che nel 358 d.C. la Madonna apparve in sogno a Papa Liberio chiedendogli di costruire una chiesa a lei dedicata: quella mattina – ed era il 5 agosto – una nevicata imbiancò proprio il luogo dove ora sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore.