M”Quella che era iniziata come una semplice ricerca di mercato ha finito per sollevare alcune questioni importanti”. Susannah Belcher è la managing director di Caterwings, un portale online che consente di entrare in contatto con fornitori di catering in diverse città europee. Per preparare il lancio del servizio su alcuni mercati stranieri, l’azienda ha realizzato una indagine sul prezzo di alcuni alimenti di base nei diversi mercati mondiali, arrivando a rilevare in particolare un’estrema varietà nel prezzo della carne.
Da qui, l’idea di creare un indice che misurasse le disparità esistenti: il 2017 Meat Price Index. E poi, quella di mettere in relazione i prezzi e le paghe orarie di chi la carne deve comprarla. “È chiaro che esiste una disuguaglianza internazionale. Mentre il mondo inizia a ripensare le implicazioni della globalizzazione, questo studio dimostra chiaramente che i prezzi del cibo dovrebbero essere nell’agenda”, commenta ora Belcher, scorrendo i dati che mostrano come, per comprare la stessa quantità di pollo, un operaio indiano al minimo salariale debba lavorare 10 ore e mezza, contro i 20 minuti del suo omologo danese. Mentre per acquistare la stessa porzione di maiale gli tocchino addirittura 39,4 ore di lavoro, contro le 0,7 ore del collega che sta in Danimarca. Questo a dispetto del fatto che in India i prezzi siano del 42,3% più bassi rispetto alla media rilevata su un campione di oltre 50 nazioni.
La ricerca mostra come tra i 10 paesi più cari in assoluto, ben 6 si trovino in Nord Europa o in Europa Occidentale, con gli altri 4 posizionati in Asia. Dei 10 paesi meno cari, invece, 5 sono in Asia, 2 in Centro o Sud America e uno in Nord Africa. Se poi si prendono in considerazione i tipi di carne, si può osservare come la Svizzera – dove nel complesso la carne costa il 141,9% in più rispetto alla media globale – sia la nazione più cara per ogni categoria: manzo, pollo, maiale, agnello e frutti di mare. Numeri alla mano: un chilo di filetto tra Berna e Zurigo costa più di 54 euro, in India (la nazione più economica per questo prodotto) meno di 12.
Per acquistare la stessa quantità di salsiccia nei cantoni elvetici servono più 18 euro, in Brasile meno di 5. Un chilo di coscia, tra le Alpi svizzere viene quasi 10 euro, in Ucraina 1 euro e 65 centesimi. E l’Italia? Su 52 nazioni prese in considerazione, è ventunesima nella classifica che va dalla più alla meno cara. Qui conviene comprare il maiale, che costa il 17,4% in meno rispetto alla media globale, mentre la scelta peggiore per le tasche è il manzo, del 31,6% più caro. Non che gli acquisti si facciano solo col portafogli, comunque. Lo dimostra il fatto che il più alto consumo pro capite di carne sia quello degli australiani – 111,5 chilogrammi a persona in un anno -, che in classifica sono sedicesimi. Però la disponibilità economica conta. E infatti a consumarne meno di tutti sono proprio loro: gli indiani, con solo 4,4 chili ciascuno all’anno.