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Trump vede Netanyahu: “Palestinesi tornino a negoziati se vogliono aiuti”

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Ha promesso “due giornate appassionanti” Donald Trump al suo arrivo a Davos, dove debutta al Forum economico. Per l’intervento del presidente Usa bisogna pazientare fino a venerdì, con l’elite economica mondiale in attesa di capire se punterà più sull’America first o, in cerca di affari, sul corteggiamento dei circa 3mila imprenditori e dirigenti politici riuniti nella località svizzera.

In questa prima giornata, invece, a tenere banco è stato soprattutto il bilaterale di Trump con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Rivolgendosi ai palestinesi, Trump li ha accusati di avere mancato di rispetto agli Usa rifiutandosi di incontrare il vice presidente Mike Pence in visita nella regione; e ha poi lanciato un avvertimento: se non torneranno al tavolo dei negoziati con Israele gli Usa potrebbero tagliare altri fondi.

“Noi diamo loro centinaia di milioni” e “quei soldi non arriveranno a loro a meno che non si siedano al tavolo dei negoziati”, ha detto il presidente Usa, la cui amministrazione lo scorso 16 gennaio l’amministrazione Trump ha annunciato di avere tagliato di 65 milioni di dollari i fondi destinati all’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, inviando solo 60 milioni di dollari. E Trump ha messo anche in dubbio il fatto che si arriverà a tornare al tavolo dei negoziati. La leadership palestinese si è rifiutata di incontrare Pence in risposta alla decisione Usa di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele.

La replica dei palestinesi non si è fatta attendere: “Rifiutarsi di incontrare l’oppressore non è una mancanza di rispetto, è il rispetto di se stessi”, ha commentato ad Afp Hanane Achraoui, alto dirigente dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). E il portavoce di Abbas ha rincarato la dose: “L’amministrazione americana continua a escludersi dal tavolo dei negoziati se non ritorna sulla sua decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele”.

Altro bilaterale per Trump è stato quello con la premier britannica Theresa May. Al termine dell’incontro, il presidente Usa ha vantato di avere con lei un “rapporto eccellente”. “È un rumor falso” il fatto che ci sia tensione nei rapporti fra Regno Unito e Stati Uniti, ha aggiunto, provando così a placare le recenti polemiche. Questo mese Trump ha disertato l’apertura della nuova ambasciata Usa a Londra, contro cui si era scagliato su Twitter definendola troppo costosa e lontana dal centro. E nonostante sia passato più di un anno da quando Trump ha ricevuto e accettato un invito per la visita di Stato nel Regno Unito, ancora non è stata fissata una data. A pesare sui rapporti, fra l’altro, il fatto che il presidente Usa ha recentemente ritwittato dei video anti-musulmani di un gruppo britannico di ultradestra: alle critiche di May, Trump aveva risposto dicendole di pensare piuttosto ad affrontare il terrorismo nel Regno Unito. 

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