Beji Caid Essebsi, presidente della Tunisia dal 2014, è morto all’età di 92 anni nell’ospedale militare di Tunisi, dove era stato portato per la seconda volta in poco tempo, dopo un primo ricovero a fine giugno. Lo annuncia la presidenza tunisina, precisando che i dettagli sulla cerimonia funebre saranno annunciati successivamente. Il decesso giunge nel giorno della festa della Repubblica tunisina.
La sua carriera politica inizia molto lontano, prima di diventare leader del partito laico Nidaa Tounes da lui fondato, che nel 2014 vinse le prime elezioni democratiche per scegliere un Parlamento dopo la rivoluzione del 2011, e prima di diventare il primo presidente eletto democraticamente in via diretta (le prime elezioni democratiche post rivoluzione in Tunisia si erano tenute nel 2011, ma allora era stata eletta un’Assemblea costituente, che a sua volta aveva scelto il primo presidente post Ben Ali, Moncef Marzouki). Essebsi ha ricoperto ruoli in tutti i periodi della recente storia tunisina: sotto Habib Bourguiba, sotto Zine El Abidine Ben Ali e infine ha avuto un ruolo chiave nella transizione post dittatura.
Ricoprì diversi incarichi di ministro sotto la presidenza del padre della patria Habib Bourguiba (che fu presidente dal 1957 al 1987), guidando in periodi diversi Interno, Difesa ed Esteri. Fu poi presidente del Parlamento dal 1990 al 1991 sotto la presidenza di Zine El Abidine Ben Ali. Ma la sua figura si è imposta con forza nel quadro politico tunisino soprattutto nel periodo immediatamente successivo alla Rivoluzione dei gelsomini.
Dopo la cacciata di Ben Ali, fuggito in Arabia Saudita il 14 gennaio del 2011 dopo 23 anni al potere, l’allora premier Mohamed Ghannouchi annunciò un governo ad interim di unità nazionale, ma restò in carica solo fino al 27 febbraio perché i manifestanti lo consideravano troppo compromesso con il regime e costrinsero anche lui a lasciare il governo. È a questo punto che entrò in scena Essebsi, che fu scelto come primo ministro e guidò il Paese fino alle prime elezioni libere, quelle del 23 ottobre 2011. Nel voto del 2011 vinse il partito islamista Ennhada, ma Nidaa Tounes non esisteva ancora.
Il partito laico Nidaa Tounes, che significa ‘La chiamata della Tunisia’, fu fondato proprio da Essebsi a giugno del 2012. Un movimento molto eterogeneo, composto da uomini d’affari, sindacalisti e anche da molti politici vicini all’ex regime di Ben Ali, ragion per cui si è attirato molte critiche. Un fronte secondo alcuni troppo ampio per rimanere coeso una volta al potere, dubbio poi rivelatosi fondato. Ma per i suoi fondatori l’obiettivo era chiaro: creare una forza laica che accolga più anime e sia in grado di controbilanciare la forza di Ennahda costituendo un’alternativa valida.
Nato a Sidi Bou Said nel 1926, Essebsi ha studiato giurisprudenza a Parigi diventando avvocato. Abile oratore, era noto per la sua caratteristica di citare spesso proverbi tunisini e parti del Corano. Tra le critiche più frequenti che fin dall’inizio gli erano rivolte, quella relativa all’età, ritenuta poco in linea con lo spirito della rivoluzione, portata avanti dai giovani.