Torino, 2 mag. (LaPresse) – “Non posso crederci. Due mesi di buio”. Natalia Usmanova, tra le circa 100 persone che sono state evacuate dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, ha parlato alla Bbc degli orrori che la sua famiglia ha vissuto. “Ero terrorizzata. Mi sembrava che la fabbrica fosse il posto più sicuro”, ha raccontato, spiegando che non c’era abbastanza ossigeno nel rifugio antiaereo e le persone hanno dovuto salire i gradini verso l’uscita per poter trovare un posto dove respirare. “Avevo paura anche solo di uscire e respirare un po’ d’aria fresca”, ha ricordato, rimarcando che i civili sono andati nei rifugi antiaerei di loro spontanea volontà “per salvarsi”.
Ucraina: donna evacuata da Azovstal, vissuto due mesi di buio
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