Il ministero della Difesa russo ha affermato che è stato raggiunto un accordo per l’evacuazione dei combattenti ucraini feriti dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, e che è stata annunciata una tregua nell’area. Ore prima il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva parlato di negoziati complicati e delicati per salvare “la nostra gente” nella città portuale, assediata da settimane dalle forze russe. Il leader aveva poi ribadito che per Kiev “la priorità è l’embargo al petrolio russo”. Ma il sesto pacchetto di sanzioni dell’Ue resta bloccato perché manca il via libera all’unanimità degli stati membri.
“C’è solo un paese che continua a bloccare l’embargo petrolifero”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba che ha preso parte come invitato al Consiglio Affari esteri dell’Ue a Bruxelles. Il riferimento è all’Ungheria del premier Viktor Orban che non sembra intenzionata a cedere dopo oltre due settimane di negoziati. In un discorso al parlamento, il leader nazionalista ha affermato che Budapest non bloccherà le sanzioni dell’Ue fintanto che “non andranno oltre la linea rossa della protezione economica dell’Ungheria. Cioè, purché non mettano a repentaglio la sicurezza energetica del Paese”. E, secondo Orban, l’embargo del petrolio russo equivarrebbe a sganciare una bomba atomica sull’economia ungherese. Fonti informate riferiscono che Budapest punta a portare il tema sul tavolo del vertice Ue in programma il 30 e 31 maggio. Uno slittamento notevole che aumenterebbe gli imbarazzi a Bruxelles.
“Oggi non è stato possibile raggiungere un accordo per finalizzare il sesto pacchetto di sanzioni. La questione tornerà al Coreper”, ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al termine del Consiglio.
Per avere il via libera all’embargo occorre infatti l’unanimità dei Paesi membri e dunque il semaforo verde da Budapest. Lo stallo nei negoziati ha sollevato nuovamente il tema del superamento del meccanismo dell’unanimità. “Dobbiamo superare la regola che oggi permette ad un solo paese di bloccare qualsiasi decisione su cui tutti gli altri sono d’accordo”, ha affermato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
L’ipotesi di stralciare l’embargo al petrolio dal sesto pacchetto di sanzioni non sembra percorribile. “L’Ucraina è contraria” all’adozione delle nuove misure senza lo stop al petrolio russo e “credo che questo sarà introdotto. L’unica domanda è quando e quale sarà il prezzo che l’Ue dovrà pagare per realizzarlo”, ha riferito Kuleba.
Le truppe ucraine, intanto, hanno respinto i tentativi di avanzata dell’esercito russo e in alcuni punti hanno persino fatto arretrare le linee del fronte. Nei giorni scorsi, le forze di Mosca si sono ritirate dalla città di Kharkiv a nord-est dopo settimane di bombardamenti. Zelensky ha ringraziato i soldati che si sono spinti fino al confine russo nella regione. “Vi sono molto grato, a nome di tutti gli ucraini, a nome mio e della mia famiglia”, ha detto in un videomessaggio, “Sono molto grato a tutti i combattenti come voi”.
Le guardie di frontiera ucraine hanno affermato di aver respinto inoltre un tentativo russo di inviare truppe di sabotaggio e ricognizione nella regione di Sumy, a circa 146 chilometri a nord-ovest di Kharkiv.
A Odessa i missili russi hanno ferito tre persone, tra cui un bambino. Mentre 10 civili sono morti sotto le bombe a Sievierodonetsk. Secondo la procura generale di Kiev finora sono morti 229 bambini e 421 sono rimasti feriti. Le Nazioni Unite hanno avvertito che, se la guerra dovesse prolungarsi, nove ucraini su dieci saranno a rischio povertà.