La terza giornata di lavori a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario è un continuo rinvio di plenaria. Doveva tenersi alle 12, poi alle 16, alle 17.30, alle 19, infine i leader si riuniscono dopo le 19.30, durante una cena di lavoro. Intanto, però, si negozia senza tregua sul pacchetto anticrisi. In ballo c’è il quadro finanziario pluriennale per i prossimi sette anni e lo strumento del Next Generation, che contiene il Recovery Fund.
E’ un lavoro di cesello portato avanti dal presidente del Consiglio, Charles Michel, diviso in tavoli separati, per limare le divergenze, evitare lo scontro totale. I nodi sono la governance del Recovery, l’ammontare della somma, il bilanciamento tra sussidi e prestiti, ma anche il legame tra aiuti e rispetto dello Stato di diritto che Ungheria e Polonia vorrebbero eliminare. Nel corso della giornata si continua a spostare l’ago della bilancia dei 750 miliardi del Recovery Fund: all’inizio dei lavori, venerdì, si partiva da una proposta di 500 miliardi in sussidi e 250 in prestiti, ma nella tentativo di trovare un accordo con i paesi frugali la percentuale dei prestiti è andata a ingrandirsi a spese degli aiuti. Si arriva a rosicchiare anche la somma del pacchetto, da 750 a 700 miliardi, da suddividere in parti eque, 350 miliardi in prestiti, altrettanti in sussidi. Infine è Conte a far sapere che il presidente del Consiglio Ue “Michel proporrà due soluzioni con una riduzione dei sussidi a 400 miliardi e 390 miliardi”. “Il confronto diventa più risolutivo”, sotottolinea il capo del governo italiano
Il lavoro più duro per Conte è soprattutto con il premier olandese, Mark Rutte, che vuole il potere di veto sui piani di riforma che dovranno presentare gli Stati membri per ottenere i fondi. Con lui, e con i cosiddetti ‘frugali’ (Austria, Olanda, Danimarca, Svezia, ai quali si è aggiunta la Finlandia) ingaggia un lungo faccia a faccia.Filtra un duro ammonimento del premier italiano nei confronti dell’omologo olandese. Il concetto è che se Rutte dovesse rendersi responsabile del crollo del mercato unico, dovrà poi risponderne a tutto il Vecchio Continente: “Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o che vi riguardi solo in parte. In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea”. Il riferimento è all’antagonista di Rutte in patria, Geert Wilders, il ‘Salvini d’Olanda’. Con le elezioni alle porte, aveva protestato durante la visita di Conte all’Aia con il cartello ‘Non un soldo all’Italia’.Le trattative sono più complesse del previsto.
Già a inizio giornata la cancelliera tedesca Angela Merkel non si dice ottimista: “Oggi entreremo in un terzo giorno di negoziati, e sarà certamente decisivo. Ma, anche se abbiamo lavorato su diverse questioni, comprese la dimensione del fondo, come sarà gestito e il suo legame con lo stato di diritto, non posso ancora dire se ci sarà una soluzione”. Più positivo il presidente francese, Emmanuel Macron: “Dobbiamo trovare un compromesso, penso che sia possibile. Tuttavia questo compromesso non può andare a discapito dell’ambizione europea. E non per principio, ma perché siamo davanti ad una situazione senza precedenti”.