Tav e Venezuela al centro del vertice di governo a Palazzo Chigi. All’incontro, previsto inizialmente nella serata di lunedì, partecipano oltre al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vicepremier Matteo Salvini, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Assente l’altro vicepremier Luigi Di Maio, che sarebbe rimasto al Mise, delegando per lui Fraccaro. Al tavolo anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi.
Tav – Finalmente è stata consegnata a Palazzo Chigi la famosa analisi costi-benefici (costata 300mila euro) prodotta dalla Commissione presieduta dal professor Marco Ponti e che, a quanto è dato di sapere, “boccia” la Tav. Salvini ha fatto sapere che non ha ancora letto il dossier ma che, secondo lui, si deve andare avanti. Nell’analisi ci sarebbero 6/7 miliardi di costi in più dei benefici. Ma si dovrà capire come sono stati fatti i conti: come, ad esempio, sono stati contati i mezzi pesanti (80mila) che verrebbero tolti dalla tangenziale di Torino, se è vero che peserebbero i mancati pedaggi autostradali e si dovrà rispondere a diverse altre domande. Toccherà a Conte trovare una difficile mediazione tra le due ‘fazioni’ e sarà interessante capire se (e in che misura) sul controverso tema peserà il risultato del voto in Abruzzo.
Venezuela – Sul tavolo del vertice, ci sarà anche la questione del Venezuela. Come è noto, l’Italia è l’unico Paese della Ue che non ha riconosciuto Juan Guaidò autoproclamatosi presidente della Repubblica del Venezuela contro il presidente eletto Nicola Maduro. Sulla posizione italiana ha pesato il punto di vista di M5S, schierato dalla parte del populismo di Maduro. Lunedì sera a Porta a Porta Salvini ha detto che nella mozione di maggioranza ci deve essere “un riferimento esplicito al fatto che non si usa il potere con la forza, con la paura, con la fame”. Poi, sollecitato da Vespa che gli leggeva la posizione dei M5S sul fatto che nella mozione non si parlerà di Maduro, Salvini ha sbottato: “Maduro prima se ne va e meglio è”. Una posizione che non lascia spazio a dubbi e che si scontrerà inevitabilmente con la visione dei pentastellati.