Continuano le polemiche sull’adesione dell’Italia alla “via della seta”. Il governo vuole firmare (dovrebbe succedere la prossima settimana in occasione della visita del presidente cinese Xi Jinping) il memorandum proposto da Pechino. L’Unione Europea ha mandato un “warning” chiedendo all’Italia di evitare accordi bilaterali in una materia (il commercio internazionale) di competenza della Ue. E, sulla questione ci si divide tra chi (esponenti del centrodestra e del centrosinistra) chiede prudenza e di evitare strappi e chi (le forze di governo, segnatamente M5S) ricordano che si tratta, allo stato, solo di un memorandum che non implica né strappi né cambiamenti o rotture delle norme europee.
Conte – Oggi ne ha parlato il premier Giuseppe Conte, durante un punto stampa a San Cataldo (Caltanissetta): “Ovviamente noi aderiamo a questo progetto infrastrutturale, chiamato con omaggio alla storia italiana ‘Via della Seta’”, anche se “siamo un Paese inserito nel contesto europeo e rimaniamo collocati nella prospettiva europea ed atlantica, ma ci apriamo una strada nuova”.
Tria – Sull’accordo con la Cina c’è “una tempesta in un bicchier d’acqua. Bisogna tranquillizzare, perché c’è stata un po’ di confusione rispetto a questa cosa” dice il ministro dell’Economia Giovanni Tria, a margine dell’Ecofin a Bruxelles. “Si sta facendo una gran confusione su questo accordo – ha aggiunto Tria – che non è un accordo, ma un memorandum d’intesa: da quello che so, vi si ribadiscono i principi di collaborazione e di cooperazione economico-commerciale, che sono presenti in tutti i documenti europei. Nessuna regola commerciale ed economica viene cambiata, e non sarebbe neppure nelle possibilità italiane, visto che il commercio internazionale è una competenza europea”.
Di Maio – “A me sta molto a cuore il tema esportazioni. Il tema delle esportazioni passa per il dialogo con nuovi Paesi ma senza stravolgere i nostri assetti internazionali, e non per decidere nuove alleanze a livello geopolitico. Dobbiamo riequilibrare il livello di import ed export con la Cina, in questo momento la bilancia pende clamorosamente dal lato della Cina. Dobbiamo riequilibrare la bilancia commerciale”. Così il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, presentando al Mise il progetto incentivi.gov.it.
Sala – “E’ chiaro che è una strategia di lungo termine quella che la Cina sta perseguendo. Bisogna gestirla con attenzione”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in merito alla Belt and Road Initiative cinese e ai timori legati ai porti italiani. “Il controllo dei porti è uno degli elementi fondamentali”, ha riconosciuto il primo cittadino parlando a margine dell’inaugurazione della nuova sede milanese di Huawei, per poi aggiungere che i cinesi “possono essere partner, ma ci deve essere una visione e una strategia globale”. L’auspicio di Sala, dunque, è che “queste discussioni servano a capire quale sarà il posizionamento del nostro Paese”.
Tajani – “Il governo italiano, che si dice sovranista, alza le braccia davanti all’offensiva cinese. Il mio appello, da sovranista europeo, è di non diventare una colonia di Pechino”. Lo scrive su Twitter il presidente del Parlamento europeo, vicepresidente di FI Antonio Tajani.
Gasparri – “Una volta tanto l’Europa potrebbe avere ragione. Dalla Ue stanno venendo dei richiami all’Italia che si accinge, con troppa superficialità, con il governo Conte, a firmare un memorandum con la Cina. Le autorità europee ricordano la scadenza del vertice Europa-Cina del 9 aprile prossimo ed hanno necessità che vengano rispettati degli standard economici, commerciali e soprattutto in materia di diritti”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI). “Noi assistiamo alla concorrenza sleale nel continente europeo di imprese pubbliche cinesi, che spesso ricorrono al dumping, attuando una concorrenza sleale che possono permettersi vista la loro grande dimensione economica”, aggiunge.