Il confronto su Ilva andrà avanti, ma è necessario che l’azienda controllante, Arcelor Mittal, aumenti i livelli complessivi di posti di lavoro assicurati per il futuro del gigante siderurgico. “Ci aspettiamo, almeno sul piano occupazionale, qualche passo in avanti”, ha detto Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico, al termine degli incontri con sindacati e i vertici aziendali, guidati dal manager Aditya Mittal.
Se l’amministratore indiano non ha voluto parlare con la stampa, i sindacati sembrano apprezzare la linea Di Maio, pur attendendo sviluppi. Come sempre, le tre sigle hanno sottolineato la necessità di salvaguardare ambiente, produzione industriale, posti di lavoro. Su quest’ultimo punto, Di Maio non sembra accettare la cura Mittal, che di posti ne farebbe ballare parecchi: si scenderebbe dai circa 13mila attuali agli 8mila prospettati dalla nuova amministrazione. “Noi ci aspettiamo delle proposte migliorative da Arcelor Mittal – ha spiegato il ministro -. Da un primo colloquio, sul piano ambientale ci sono delle novità, non entusiasmanti, mentre a livello occupazionale è tutto da vedere, perché le unità in questione restano ancora le stesse”. Al Mise stanno studiando un dossier di 23mila pagine, e ci si prepara ad un confronto serrato, che ripartirà se si alzeranno i numeri relativi ai posti di lavoro. “Una cosa è certa – ha detto Di Maio -. Ci si aspetta di più su quelle proposte, che sono state fatte al precedente governo, un precedente governo che – io ricordo – ha già firmato il contratto, autorizzando e accettando questi livelli, che però soddisfavano loro, non noi”.