(LaPresse) “Sono stato ‘diffidato’ dalla diffusione del mio lavoro, il film ‘Decumano Maximo’, dalla direzione Musei Abruzzo”. Lo ha dichiarato Alessio Consorte regista del docufilm, girato tra Roma e l’Abruzzo, che racconta della guerra sociale che, dal 91 all’88 a.C., gli italici combatterono contro l’Urbe per rivendicare i diritti di cittadinanza. Oggi il giovane regista mette a disposizione di LaPresse, in esclusiva, le immagini di una meticolosa ricostruzione della storia, che gira attorno agli Italici, oggetto di diffida. La questione più controversa interessa particolarmente la statua del Guerriero di Capestrano, ritrovata in un campo nel 1934 da un contadino, datata dagli archeologi tra il VII e VI secolo avanti cristo, ma su cui il produttore e giornalista ha avanzato dei dubbi. “Nel nostro Paese si parla diffusamente di libertà d’informazione e di critica, di premialità della verità, ma le iniziative volte a perseguire corretta ricostruzione degli eventi sono troppo spesso ostacolate ed in questo caso, addirittura sono state oggetto di diffida da parte degli enti preposti alla tutela della cultura – ha aggiunto Consorte affidando – Nel mio film Decumano Maximo, nella parte che riguarda il cosiddetto Guerriero di Capestrano, non ho mai dichiarato che il guerriero è un falso. Ho solo indagato e posto delle domande, partendo da un documento. Una lettera di Padre Antonio Ferrua dove si riporta la ‘notizia” circa la falsità del Guerriero che sarebbe stato fabbricato da un antiquario napoletano. Invece per la Soprintendenza io avrei “asserito alla falsità della statua arrecando un danno di immagine al capolavoro di arte preromana” (mi piacerebbe conoscere quali sono gli elementi per stabilire l’arte italica preromana) – ha continuato – Quindi avrei dovuto immediatamente ritirare un intero film documentario. Film che ha riscosso un ottimo gradimento da parte del pubblico nelle sale cinematografiche italiane. Cinque anni di dure ricerche e indagini sul territorio. Ad oggi non ho ancora ricevuto (o potuto leggere) i dati scientifici circa la datazione del Guerriero di Capestrano. Ad oggi probabilmente non esistono nemmeno i dati sulla pigmentazione del colore rosso presente sulla statua. Con un’analisi chimica sul colore potremmo avere una buona probabilità di capire di cosa si tratta. Ho ricevuto il parere favorevole da parte dell’Università di Camerino ad effettuare analisi non invasive a titolo gratuito, ed anche l’Enea è interessata – ha spiegato – Il mio approccio non è finalizzato a dimostrare la falsità del guerriero – ha concluso Consorte – Poterne accertare la autenticità, ma è meglio dire ‘accertarne il periodo storico’, sarebbe per me una notizia rasserenante. Trovo sconfortante che, a fronte di un legittimo dubbio, la comunità scientifica e le istituzioni attuino politiche protezionistiche a tutto svantaggio dell’interesse pubblico culturale cui fa da corollario il legittimo affidamento dei cittadini nella autenticità delle opere”.
Abruzzo: in esclusiva le immagini di ‘Decumano Maximo’ sulle quali incombe la diffida
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