Non credo sia il caso di esagerare partendo dal presupposto che la sconfitta per 5-1 sia il crollo di un modello di calcio che funziona da circa dieci anni se non di più: indubbiamente è una bella lezione di vita, di stile e di tattica per la Spagna e il suo tiki-taka che, in tutta onestà, non ho mai sopportato.
Detesto l’idea del possesso palla sterile e fine a se stesso: anche se la Spagna ha una scuola di centrocampisti straordinaria per certi versi ineguagliabile. Ma alla Spagna, quello che è mancato, sono stati un attaccante vero e i polmoni. Altro che falso nueve: di nove veri ce ne vorrebbero almeno un paio in un calcio che mi piace offensivo e creativo. E con Torres e un Diego Costa meno brillante rispetto alla versione che abbiamo ammirato nell’Atletico, ma soprattutto con un Silva meno incisivo del solito, alla Spagna è mancato praticamente tutto. Tranne quella sterile superiorità di possesso palla che nel primo tempo ha prodotto un calcio di rigore e poco altro.
Onore al merito a Van Gaal che ha proseguito invece nel suo credo calcistico: attaccare gli spazi laterali, convergere, favorire il movimento senza palla e il passaggio letale. Pochi passaggi ma buoni, decisivi. Alla fine la Spagna, in un secondo tempo che ha visto le furie rosse incapaci di reagire anche fisicamente alle scorribande di Robben e Van Persie, ha rimediato una brutta figura che potrebbe anche essere salutare.
Senza dimenticare che la Spagna, in Sud Africa, esordì con una sconfitta e poi vinse i mondiali. Qui i presupposti sono diversi: arrivare secondi nel girone B significa pescare quasi certamente agli ottavi il Brasile. E i campioni in carica ne avrebbero fatto volentieri a meno. L’Olanda non si è vendicata di un Mondiale perso a tre minuti dei calci di rigore: quelle sono cicatrici permanenti, ma ha dimostrato di aver saputo cambiare per il meglio. La Spagna è rimasta uguale a se stessa e fedele a una linea fin qui vincente ma, per quanto si è visto, non applicata con la stessa lucidità tattica e fisica di sempre.
Stefano Benzi